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Football. Il calcio come fenomeno religioso (Marc Augé, EDB 2016)

Marc Augé è stato un critico radicale dell’ideologia della globalizzazione e della “surmodernità”. Accanto ai volumi sui “Nonluoghi”, sul superamento dell’alienazione nella società presente, sulla possibilità di immaginare un altro mondo possibile, sul ruolo delle scienze sociali non solo come descrittori e interpreti del presente, ci piace ricordare anche questo volume dedicato al calcio, visto come fenomeno a suo modo religioso.

«Per la prima volta nella storia dell’umanità, a intervalli regolari e a orari fissi, milioni di individui si sistemano davanti al loro televisore domestico per assistere e, nel senso pieno del termine, partecipare alla celebrazione dello stesso rituale». Un rito celebrato da ventitré officianti e qualche comparsa davanti a una folla di fedeli che raggiunge talvolta le decine di migliaia di individui ai quali si sommano, davanti agli apparecchi televisivi, milioni di «praticanti a domicilio». Il football, il più popolare tra gli sport di massa, è al tempo stesso pratica e spettacolo, fenomeno sociale che si prolunga nella tensione mai risolta tra professionismo e pratica amatoriale e occasione di riflessione sull’etica del gioco e sulla lealtà tra avversari. Il calcio, per Marc Augé, funziona come un fenomeno religioso in cui numerosi individui provano gli stessi sentimenti e li esprimono attraverso il ritmo e il canto. Gli stadi diventano così luoghi di senso, di controsenso e di non senso, simboli di speranza, di errore o di orrore, in cui si compiono ancora i grandi rituali moderni.