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Che cos’è la letteratura?

L'inchiesta di Filippo La Porta su un oggetto "non (più) identificato"

Filippo La Porta su Wikicritics ha condotto una serie di interviste a critici e scrittori partendo dalla domanda del celebre saggio di Sartre del 1947: “Che cos’è la letteratura?”.

Così introduce l’iniziativa:

Di quel saggio alcune pagine sono forse datate ma vorrei ricordare invece un passaggio che mi pare ancora oggi fondamentale: un libro, come qualsiasi opera d’arte, contiene un giudizio del presente ed è soprattutto un appello, ci chiede qualcosa, “si presenta come un compito da assolvere”. Anche Benjamin parlava, benché in un contesto messianico, di una promessa di felicità e di redenzione, e di un possibile adempimento.

Dunque la letteratura non come mero distraente – certo ci può anche “distrarre” – o come consumo più o meno chic, ma come richiesta silenziosa, come appello urgente, perfino drammatico alla nostra coscienza (e alla nostra libertà). Un libro non rispecchia il mondo ma ce lo svela, e sempre questo svelamento contesta il mondo già preconfezionato e predigerito quotidianamente proposto dai media.

La letteratura è una passione “inutile” e non può impedire orrori e stragi. Però, come sapeva Max Frisch, la letteratura anzitutto ci libera dalla lingua dominante e dai suoi stereotipi – il potere non coincide tanto con un ceto quanto con una lingua, la quale ci impone di vivere in un certo modo – e cerca ostinatamente una concordanza tra lingua ed esperienza. È forse l’ultimo spazio rimasto per l’esperienza individuale.

Fra gli scrittori e i critici letterari intervistati troviamo Gilda Policastro e Gabriele Pedullà, Paolo Morelli e Andrea Caterini, Paolo Di Paolo e Mattero Marchesini, Romano Luperini e Nadia Terranova, Antonio Pascale e Caterina Bonvicini.

 

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