Rebecca libri

Le affinità elettive: consigli per lettori curiosi

I suggerimenti della redazione di Rebeccalibri

Pulvis et umbra, Antonio Manzini, Sellerio 2017, 15,00 €, pp. 416

https://sellerio.it/it/catalogo/Pulvis-Et-Umbra/Manzini/10059

Siamo sull’onda del successo delle trasposizioni televisive dei precedenti casi del vicequestore Rocco Schiavone, poliziotto in esilio punitivo ad Aosta reso efficacemente dal viso e dal portamento di Marco Giallini. Qui Manzini lo narra alle prese con due casi di omicidio irrisolvibili: una trans trovata sgozzata in un appartamento svuotato di ogni cosa e un uomo legato al suo passato di indagini romane.

Ironia e solitudine, amarezza per le sconfitte e modi poco ortodossi, malinconia e scavo psicologico sono i tratti caratteristici del personaggio. Consigliato ovviamente a chi ha letto o visto in televisione tutti i capitoli precedenti, ma anche a chi vi si accosta per la prima volta: vicende e scrittura vi avvinceranno.

 

Il libro del mare, Morten A. Strøksnes, Iperborea 2017, 17,50 €, pp. 352

http://iperborea.com/titolo/457/

Nelle profondità del mare intorno alle isole Lofoten vive il grande squalo della Groenlandia, un predatore ancestrale nonché il vertebrato più longevo del pianeta, tanto che oggi potremmo imbatterci in un esemplare nato prima che Copernico scoprisse che era la terra a girare intorno al sole. Il libro del mare è la storia vera di due amici, Morten Strøksnes e un eccentrico artista-pescatore, che con un piccolo gommone e quattrocento metri di lenza partono alla caccia di questo temuto abitante dei fiordi.

Un’avventura sulla scia di Melville e Jules Verne che diventa un caleidoscopico compendio di scienze, storia e poesia dell’universo marino: dalle antiche leggende dei marinai alla vita naturale degli abissi, dalla biologia alla geologia e alle grandi esplorazioni oceaniche, dal Leviatano e i mostri acquatici ritratti da Olao Magno nel ’500 alle specie incredibilmente reali di meduse a trecento stomaci, draghi di mare e calamari «lampeggianti». Un viaggio attraverso il Paleocene e gli odierni allarmi ecologici, che spazia dal Libro di Giona al Maelström di Edgar Allan Poe, raccontandoci un mondo che ci rimane in gran parte oscuro e che con i suoi misteri custodisce l’origine della vita. Ma Il libro del mare è anche una riflessione sulla storia naturale dell’uomo, che è arrivato a mappare l’intero globo e a navigare tra le stelle, eppure sembra conservare un’ossessione per il mito del mostro, forse per un atavico istinto predatorio, o per la paura dell’ignoto che ancora oggi il mare ci risveglia.

 

Canto alla durata, Peter Handke, Einaudi 2016, 10,00 €, pp. 72

http://www.einaudi.it/libri/libro/peter-handke/canto-alla-durata/978880617649

Restando fedele / a ciò che mi è caro e che è la cosa più importante, / impedendo in tal maniera che si cancelli con gli anni, /sentirò poi forse / del tutto inatteso / il brivido della durata / e ogni volta per gesti di poco conto / nel chiudere con cautela la porta, / nello sbucciare con cura una mela, / nel varcare con attenzione la soglia, / nel chinarmi a raccogliere un filo.

Prendendo spunto da Goethe, «maestro del dire essenziale», Handke propone in questo poemetto una sua personale ricerca sul concetto di durata, l’entità che fornisce contorno a quanto ha la tendenza a dissolversi. Connessa al ripetersi degli eventi quotidiani, ma al contempo svincolata dalla permanenza in luoghi o itinerari consueti, la sensazione della durata è l’esito della fedeltà a ciò che l’individuo sente come più profondamente proprio: fedeltà al divenire di una persona, fedeltà a «certe piccole cose» che ci accompagnano «in tutti i traslochi», fedeltà infine a determinati luoghi, un lago, una piazza, una sorgente alla periferia di Parigi. La durata tuttavia non esiste a priori, bisogna cercarla, andarle incontro, trovare un punto di mai definitiva, instabile quiete. La poesia – dice Handke – è uno dei migliori supporti in questa ricerca interiore. Ed è dunque naturale che questo libro di meditazione filosofica sia stato scritto in versi, quasi per bussare alla porta di quella condizione sapienziale tipica della poesia di ogni tempo.

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