Rebecca libri

Le affinità elettive: consigli per lettori curiosi

I suggerimenti della redazione di Rebeccalibri

Le tre del mattino, Gianrico Carofiglio, Einaudi 2017, euro 16,50 €, pp. 176

http://www.einaudi.it/libri/libro/gianrico-carofiglio/le-tre-del-mattino/978880623607

Antonio è un liceale solitario e risentito, suo padre un matematico dal passato brillante; i rapporti fra i due non sono mai stati facili. Un pomeriggio di giugno dei primi anni Ottanta atterrano a Marsiglia, dove una serie di circostanze inattese li costringerà a trascorrere insieme due giorni e due notti senza sonno. È così che il ragazzo e l’uomo si conoscono davvero, per la prima volta; si specchiano l’uno nell’altro e si misurano con la figura della madre ed ex moglie, donna bellissima ed elusiva. La loro sarà una corsa turbinosa, a tratti allucinata a tratti allegra, fra quartieri malfamati, spettacolari paesaggi di mare, luoghi nascosti e popolati da creature notturne. Un viaggio avventuroso e struggente sull’orizzonte della vita.

Con una lingua “netta, di precisione geometrica eppure capace di cogliere le sfumature più delicate”, Gianrico Carofiglio costruisce un racconto sulle illusioni e sul rimpianto, sul passare del tempo, dell’amore, del talento.

«E papà suonò da solo. Io non lo avrei confessato nemmeno a me stesso, ma ero orgoglioso e fiero di lui, e avrei voluto dire a chi mi stava vicino che il signore alto, magro, dall’aspetto elegante che era seduto al piano e sembrava molto più giovane dei suoi cinquantun anni, era mio padre. Quando finì, inseguendo il senso di ciò che aveva suonato in due scale conclusive e malinconiche, scoppiò un applauso pieno di simpatia. E anch’io applaudii e continuai a farlo finché non fui sicuro che mi avesse visto, perché cominciavo a capire che esistono gli equivoci e non volevo che ce ne fossero in quel momento».

 

Antabus, Seray Sahiner, Neri Pozza 2018, euro 16,00 €, pp. 144, traduzione di Luis Miguel Selvillo

http://www.neripozza.it/collane_dett.php?id_coll=3&id_lib=1186

Figlia unica di una famiglia trasferitasi a Istanbul per sfuggire alla povertà di un  paese dell’entroterra, a quindici anni Leyla viene mandata a lavorare come cucitrice nel laboratorio del signor Hayri, un conoscente di suo zio della stessa età di suo  padre. Al lavoro non tarda a scoprire che tutte le ragazze, prima di mettere piede nel laboratorio, si incipriano come pappagalli con dei belletti rossi e viola. Sono tutte innamorate di Ömer, il giovane sarto caposquadra. Leyla non può imbellettarsi  poiché il padre le vieta di farlo. Ma in capo a qualche giorno si sorprende a svegliarsi mezz’ora prima degli altri, a spazzolarsi i capelli, prima da una parte poi dall’altra, a provarsi tutti i vestiti che possiede, poiché nel suo cuore non c’è altri che Ömer.

Un giorno, però, il signor Hayri getta uno sguardo un po’ troppo profondo là dove si è aperto un bottoncino della camicetta della ragazza. Leyla si porta subito una  mano al petto, ma il signor Hayri le mette una mano sul collo e la trascina sotto un tavolo.

Secondo le tacite leggi delle famiglie tradizionaliste in quel lembo di terra, alla  ragazza non resta che piegarsi a un matrimonio riparatore con un conoscente dello zio, Remzi, un vedovo proprietario di un negozio di tessuti messo piuttosto bene  quanto a soldi.

Tra le mura domestiche, però, Remzi svela un volto persino peggiore di quello del signor Hayri. Dopo aver trascorso ore attaccato alla bottiglia, tira le tende di casa per non dare scandalo e riempie di botte la giovane moglie per un qualsiasi futile motivo.

Leyla sa di non avere via di scampo: se trovasse il coraggio di sporgere denuncia, nessuno dei vicini andrebbe a testimoniare, in fondo si tratta di questioni familiari.  Che fare allora? La risposta gliela dà Ülker, una «accompagnatrice di abbandonati» negli ospedali di Istanbul: placare il vecchio marito trattandolo, a sua insaputa, con Antabus, il medicinale usato per la cura dell’alcolismo cronico. L’Antabus, infatti, riduce il desiderio di alcol, ma bisogna usare accortezza: mai piú di mezza pastiglia e solo con l’acqua, perché può avere diversi effetti collaterali…

Opera di una scrittrice in prima linea nella battaglia per i diritti umani in Turchia, Antabus è un romanzo crudo, potente, capace di raccontare le origini profonde degli abusi nei confronti delle donne e l’anima nera di una società fortemente intrisa di violenza e maschilismo.

 

L’idiota, Elif Matuman, Einaudi 2018, euro 21,00 €, pp. 432

http://www.einaudi.it/libri/libro/elif-batuman/l-idiota/978880621757

Selin ha diciotto anni e grandi aspettative, ma non è una diciottenne come tutti, o almeno così crede. Lei è la ragazza prodigio che ha letto sempre un libro più degli altri, e pensa di aver già fatto ogni esperienza possibile attraverso le pagine dei romanzi che ama. Ma al primo anno di università scoprirà che purtroppo le persone non sono personaggi e forse le certezze dei libri non sono poi così certe. Scoprirà che l’amore è più strano, banale eppure complesso di quanto si potrà mai leggere. Scoprirà di essere un’idiota, come tutti.

Nel 1995, mentre il mondo impara a usare le email e a comunicare via internet, Selin è una matricola a Harvard. Per lei comunicare, con o senza internet, è sempre stato un problema. Il suo rapporto con il mondo passa soltanto attraverso i romanzi: e così tutto della vita universitaria le pare assurdo. Il cavo Ethernet della connessione di dipartimento serve per impiccarsi? Se si compra tequila per la festa, come mai anche il sale? E perché nessuno si rende conto di desiderare solo ciò che non può avere? Quando però incontra Ivan tutto cambia. E per la prima volta capisce quanto è bizzarro e doloroso il desiderio e quanto è difficile ottenere ciò che si vuole davvero.

Elif Batuman fa, con una grazia e un umorismo davvero unici, qualcosa di straordinario: il racconto della giovinezza. Di quel tempo, cioè, in cui ogni esperienza ci viene incontro come se fosse la prima volta, di quell’epoca della vita (l’unica) in cui impariamo tutto, sempre, in ogni momento. Ma anche di quell’età di cui, come diceva Proust, non ripeteremmo nulla, di quei giorni che rivisti oggi, per quanto offuscati dal filtro della nostalgia, ci appaiono come una lunga e disperante sequela di errori, passi falsi, malintesi. Di idiozie. Un tempo pieno di noia e giri a vuoto, ma che allora ci sembrava pieno di senso, decisivo, eccitante (domanda: quindi cos’è che rende significativi certi fatti della vita e altri meno? Non sarà forse il modo in cui li raccontiamo, dice Batuman, il modo in cui ne facciamo letteratura?)

Batuman è una delle scrittrici più intelligenti, taglienti e argute che ci siano in circolazione. L’idiota è il suo primo romanzo ed è stato inserito in praticamente tutte le liste dei libri migliori dell’anno, oltre a essere stato finalista al Pulitzer, al Women’s Prize for Fiction e ad altri premi. Ma c’è una cosa che questa lista di riconoscimenti non dice: L’idiota è il libro più divertente che potrete leggere quest’anno. Riassumendo, in questo libro il lettore appassionato e curioso troverà: i mixtape e le cassette musicali come accettabile forma di comunicazione sentimentale; l’emozione di un nuovo mezzo di comunicazione: l’email; una riflessione su come trasformiamo l’esperienza in romanzo; la semiotica e René Girard; Björk e Flaubert; il racconto di un amore infelice, quello con Ivan, e di un amore felice, quello con la letteratura; un’elegia per gli anni Novanta; la struggente, dolcissima nostalgia per la giovinezza e la gioiosa incredula constatazione che, grazie a Dio, alla giovinezza siamo sopravvissuti.

Prossimi eventi
Newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter
Accesso utente