Rebecca libri

​Rapporto sullo stato della piccola e media editoria

I primi dieci mesi dell’anno hanno un doppio segno positivo

A un mese dal Natale è già segno + per i piccoli e medi editori. Chiudono infatti i primi dieci mesi dell’anno con un doppio segno positivo: per numero di copie di libri vendute e per fatturato nei canali trade (librerie e online, con l’esclusione di Amazon). È questa la maggiore evidenza dall’indagine Nielsen per l’Associazione Italiana Editori (AIE) presentata a Più libri più liberi.

I piccoli e medi editori – intendendo quei marchi editoriali piccoli e medi con un fatturato fino 10milioni di euro – fanno registrare per il libro un andamento migliore di quello del mercato in generale. Il mercato del libro 2018 scommette infatti sul Natale per restare in area positiva. Dopo tre anni di crescita (da ultimo il +4,5% del 2017) il 2018 ha registrato nei primi dieci mesi dell’anno un complessivo -0,9% a valore, in base ai dati Nielsen per AIE nei canali trade (librerie, store online senza Amazon e grande distribuzione: 886,09milioni di euro) e in base alla stima dell’Ufficio studi AIE per Amazon (175,3milioni di euro). Crisi del maggior distributore dei banchi libri della grande distribuzione organizzata (GdO), prolungamento delle difficoltà della GdO nel suo complesso, App18 che fino ad ora non ha spiegato i suoi effetti e il clima di sfiducia dei consumatori hanno inciso in modo significativo sul dato.

Quanto potrà incidere il Natale? Da anni le ultime otto settimane dell’anno – che comprendono anche il black friday – incidono per il 24-25% dell’intero fatturato dell’anno. Se anche il 2018 dovesse confermare questa tendenza, e l’App18 diventasse operativa, la stima di chiusura per i canali trade (e Amazon compreso) porterebbe – secondo le stime dell’Ufficio studi AIE – ad avvicinarsi a un territorio positivo (-0,4%). Considerando le vendite in occasione di fiere e saloni del libro anche a superare questo piccolo differenziale negativo.

I generi preferiti nel 2018. Cresce la quota di mercato della fiction italiana (passa dal 15,9% del 2017 al 16,1% di quest’anno) a scapito di quella straniera (scende dal 23,8% del 2017 al 22,7% di quest’anno). Stabile la quota dei libri per bambini e ragazzi (23,9%: ma quasi una copia venduta ogni quattro è un libro per i più piccoli che in prospettiva fa guardare in modo diverso ad alcuni degli attuali segni negativi; ad esempio sono stati quasi 200mila i libri regalati dai comuni cittadini alle biblioteche scolastiche con l’iniziativa #ioleggoperché) e la non fiction specialistica (manualistica, al 9,8%). Cresce la quota di mercato anche della non fiction generale (saggistica, è al 15% delle copie vendute).

Il mercato dei piccoli e medi editori. Più di una copia su tre di quelle vendute nel 2018 (il dato si ferma alla prima settimana di novembre) è di un piccolo o medio editore. E ben il 41,8% del fatturato complessivo del mercato del libro di quest’anno (era il 39,8%) proviene da questo comparto. Sono questi i numeri che meglio rappresentano la vivacità del segmento. Cresce il loro fatturato (in librerie, store online escluso Amazon e senza considerare la Grande distribuzione in cui sono poco rappresentati) del +2,2% (in parte dovuto anche al prezzo di copertina del venduto, che è del 20-21% più alto rispetto a quello degli altri editori), ma cresce anche il dato a copie (+1,2%). La piccola e media editoria non è però tutta uguale: in questi anni quella che definiamo piccola editoria è cresciuta ma ha anche avuto una profonda trasformazione al suo interno. I primi 100 marchi editoriali della piccola e media editoria rappresentano il 69,3% del mercato. I primi 500 il 91,6% su oltre 6mila editori complessivi.

 

Sul sito del Giornale della Libreria si può leggere il commento di Giovanni Peresson e il confronto con il mercato generale…

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