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Scritti di guerra (1940-1945) (Jacques Maritain, Studium, 2013)

di Scritti di guerra (1940-1945) (Jacques Maritain, Studium, 2013)
Fonte: Studium, 2013

 V. LA CONQUISTA DELLA LIBERTÀ1

 

 La persona umana è un grande mistero naturale. Lo spirito è la radice della personalità. In ciascuno di noi la personalità e la libertà crescono insieme, dal momento che l’uomo è un essere in movimento. Esercitando la sua libertà l’uomo guadagna la propria libertà. Dall’inizio alla fine è la verità che lo libera.

Ci sono due conquiste della libertà, che corrispondono a ciò che di temporale e ciò che di eterno c’è in noi: esse debbono raggiungersi insieme. La prima riguarda la libertà come emancipazione sociale e politica; la seconda è relativa alla libertà come liberazione interiore e spirituale.

La prima specie di libertà consiste prima di tutto nel divenire, in determinate condizioni storiche, il più possibile indipendenti dalle limitazioni della natura materiale. Se la persona riesce ad essere trattata come tale nella vita sociale, ciò è da attribuirsi innanzitutto allo sviluppo del diritto e delle istituzioni di diritto. Ma ciò è dovuto anche, e in maniera indispensabile, allo sviluppo dell’amicizia civile. Per la vera Città dei diritti umani, la fraternità costituisce lo scopo di una conquista lenta e difficile che richiede virtù e sacricio oltre che una continua vittoria dell’uomo su se stesso. In questo senso si può dire che l’ideale eroico verso il quale tende una vera emancipazione politica è l’inaugurazione di una città fraterna.

Quanto alla seconda specie di libertà, la libertà interiore e spirituale, il mistero in questo caso consiste nel fatto che questa suprema libertà, questa suprema indipendenza dell’uomo è conquistata attraverso la suprema realizzazione spirituale della sua dipendenza, dico della sua dipendenza da un Essere che, essendo la vita stessa, vivica e, essendo la libertà stessa, libera tutti coloro che partecipano della sua essenza. Gli uomini che sono divenuti qualcosa di Dio partecipano della libertà di Colui che non può essere contenuto da nulla. La vera deificazione dell’uomo consiste nell’aprirsi al dono che l’Assoluto fa di se stesso, alla discesa della pienezza divina nella creatura intelligente. Tutto ciò è opera dell’amore. Nello stesso tempo, lungi dal chiudersi in una contemplazione intellettuale separata dall’azione, la libertà di cui parlo vive di una contemplazione che, procedendo dall’amore, sovrabbonda in azione e penetra nelle profondità del mondo. L’eroismo che essa implica non si ritira nel sacro, ma si espande sul profano e lo santica, risvegliando in misura sempre crescente la buona volontà e l’amore fraterno.

Le due conquiste della libertà di cui ho appena detto sono fondate sulla dignità e sulla vocazione della persona umana. Tutto ciò, il riconoscimento della dignità dell’uomo, l’evoluzione dell’umanità verso la sua emancipazione sociale e politica, e il suo progredire verso la perfetta libertà di coloro che conoscono lo spirito e l’amore, è ora in pericolo. Se i poteri totalitari conquisteranno il mondo, sarà la disperazione ad aver conquistato per molto tempo il mondo. 

La ricerca del progresso materiale ha condotto l’umanità a cambiamenti straordinari, alcuni nobili e gloriosi, nelle condizioni del nostro mondo. Ciò che ha introdotto un principio di morte in questo grande movimento sto233 

rico e ha nutrito la rivoluzione distruttiva che oggi affrontiamo, è una falsa filosofia di vita. La causa profonda era di natura metafisica e religiosa. Il fatto è che il potere creatore dell’uomo si è trovato legato al ripudio delle sue radici nella natura, nello spirito e in Dio. Da quel momento, le trasformazioni e il possesso della materia dovevano divenire per lui l’ultima e sola realizzazione possibile.

Un rinnovamento fondamentale, una rivoluzione autentica, vale a dire un cambiamento nei fini stessi e nei fini ultimi della condotta umana è ora necessario. Lo stato attuale del mondo non può essere compreso che in termini apocalittici. Non comprenderemo nulla dei fiagelli di cui soffriamo se non comprenderemo che paghiamo la falsa filosofia di vita che ha compromesso le migliori conquiste della nostra civiltà e ha pervertito l’immagine dell’uomo in noi. Questa falsificazione dell’immagine dell’uomo doveva naturalmente provocare l’apparire nella storia di una falsificazione dell’immagine del redentore dell’uomo. Quindi dovevano apparire falsi profeti e falsi salvatori che nello stesso tempo esprimono, conducono all’estremo e castigano i mali che da diversi secoli sono all’opera nella storia umana. Tali pseudo-salvatori distruggeranno e devasteranno i popoli no a quando la misura del disastro sarà completa e no a quando i popoli non avranno compreso. È allora che, in un batter d’occhio, essi svaniranno come una mosca morta, come paglia al vento.

La rivoluzione nichilista sarà sconfitta non dalla sola volontà di conservare ciò che già si possiede, ma dalla volontà di costruire un mondo nuovo, una civiltà nuova, una repubblica nuova, una vera città dei diritti umani. Nell’ordine sociale, come nell’ordine spirituale, la faccia del mondo sta per cambiare. Per i popoli liberi si tratta di condurre questo cambiamento, e di condurlo verso la libertà. Si tratta di prendere l’iniziativa di una rivoluzione che ricondurrà al suo significato autentico, un significato originariamente cristiano e che deriva dal Vangelo, le tre grandi parole: Libertà, Uguaglianza, Fraternità, che oggi leggiamo con un’emozione lacerante sul frontone della Francia libera. Nella lotta senza pietà ingaggiata contro la schiavitù nazista, non è solamente dei carri armati e degli aerei, è anche di una nuova Dichiarazione dei Diritti che il mondo ha bisogno.

24 novembre 1941

 

1 [Il testo è il sesto messaggio radiodiffuso da J. Maritain; cfr. Messages 1941-1944, OE.C., VIII, p. 397 e ss. (n.d.r.)].232 SCRITTI DI GUERRA

 

 

Scritti di guerra (1940-1945) | Jacques Maritain | Studium | 2013 | pagine 384 | euro 24,50

Fonte: Studium, 2013
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