Agar. “Ho visto il vivente che mi vede”.

Agar è spesso definita a partire dalle sue relazioni: schiava di Sara, moglie di Abramo, madre di Ismaele. Eppure, l’egiziana, la donna straniera del ciclo dei patriarchi, antepone l’esperienza vissuta nel proprio corpo alle gerarchie sociali e ai vincoli del diritto, così facendo ridefinisce se stessa, trasforma lo sguardo sulla propria condizione e si mette in ascolto di quanto le accade. Attraverso il dialogo con il Dio d’Israele dà vita a una storia nuova, la sua, e a un popolo nuovo, gli Ismaeliti. Lo studio dei testi di Genesi 16 e 21,1-21, che ne raccontano la vicenda, mette in luce diverse stratificazioni e rimaneggiamenti che testimoniano nel tempo l’interesse degli autori per la madre del primo figlio di Abramo. Leggere la storia di Agar e della sua maternità è decidere di compiere un viaggio in un’estrema terra di confine, dove l’essere stranieri apre al dialogo, al confronto, alla verità di se stessi, alla richiesta di aiuto e al cambiamento.