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Percorrere insieme la via della non violenza

Oggi c’è «necessità urgente di promuovere una cultura di pace e non violenza»: con questo appello all’impegno comune si apre il messaggio inviato dal Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ai buddisti in occasione della festa di Vesakh, che celebra oggi la nascita, l’illuminazione e il parinirvana del Buddha storico.

Cari amici, il vostro fondatore, il Buddha annunciò anche un messaggio di non violenza e pace, incoraggiando tutti a «vincere colui che è adirato con il non adirarsi, il malvagio con la bontà, il misero con la generosità, e il menzognero con la verità» (Dhammapada, n. XVII, 3). Egli insegnò pure che «la vittoria genera l’inimicizia; gli sconfitti restano nel dolore. Vivono in pace i pacifici, scardinando sia la vittoria che la sconfitta» (ibid. XV, 5). Perciò egli notò che l’autoconquista vale di più della conquista degli altri: «benché uno possa conquistare mille volte mille uomini in battaglia, il più nobile vincitore è in ogni caso colui che conquista se stesso» (ibid, VIII, 4).

 

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