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Debite proporzioni (Andrea Menetti, MUP, 2012)

Ogni venerdì una recensione a cura di Rebeccalibri

È solo un ragazzo, Umberto Redondi, quando, nel clima di rappresaglie, che coinvolse l’Appennino emiliano-romagnolo nel Dopoguerra, vede e ascolta quello che non avrebbe mai voluto né vedere né sentire. Debite proporzioni è il racconto di una mezza giornata di quel ragazzo divenuto uomo, in bilico tra gli affetti familiari e dilaniato dal senso di colpa che, ancora a distanza di vent’anni, ha sete di verità e cerca di dissolvere il velo dell’apparenza, declinata nei consueti ruoli delle “voci” e dei “fatti”. Il destino busserà alla sua porta prendendo le sembianze di una donna misteriosa, con la quale inizierà un enigmatico colloquio fatto di accelerazioni e sferzate improvvise, di silenzi prolungati e domande perentorie, che costituisce il preambolo drammatico fondamentale alla risoluzione degli eventi.

Nelle pagine di Andrea Menetti affiorano detto e non detto, memoria e passato, che trasfigurano le cose rendendo sfumato ogni confine, sino alle verità nascoste. Sullo sfondo un Appennino silenzioso, così come silenziosa è la solitudine di Umberto Redondi, un uomo dal destino spezzato.

Debite proporzioni | Menetti, Andrea | MUP | 2012 | pagine 118 | euro 14,00

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