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Gli e-book uccideranno i tascabili?

Elena Vergine sul successo del paperback e sulla sua resilienza rispetto all’avvento dell’e-book

Se una volta per capire cosa riservava il futuro si guardava nella proverbiale palla di cristallo, oggi editori e librai europei guardano al mercato americano: il primo a sperimentare concretamente l’ascesa del digitale quando ancora in Europa si parlava di una falsa profezia, il primo a pagarne il prezzo, il primo ad adattarsi alla nuova situazione e, adesso, il primo a conoscerne il rallentamento.
Quando nel 2011 le vendite di e-book negli Usa duplicarono rispetto a quelle dell’anno precedente si parlò della fine del formato paperback. Secondo le stime di BookStars le vendite del mercato mass market sono calate ancora di circa il 52% nel 2013 rispetto al 2010 eppure nel 2014, sebbene il fatturato derivato dai paperback continui a diminuire, il declino sembra essere molto rallentato, segno che le vendite del cartaceo vanno stabilizzandosi.
In Italia, dove pure il digitale è ancora lontano anni luce dai livelli americani, nel 2013 IE-Informazioni editoriali quantifica in 2.794 i titoli usciti in collane tascabili e supertascabili: sono il 12,3% in più sull’anno precedente e il +22,3% rispetto al 2010. Aumenta, nel 2013, anche il prezzo medio di tascabili e supertascabili, che si piazza attorno ai 10,05 euro, lo 0,7% in più rispetto al 2012, ma non troppo lontano nemmeno dal prezzo del 2010 che si collocava attorno ai 10,24 euro. Dati indubbiamente positivi, soprattutto se letti in un quadro di mercato in cui l’e-book inizia a competere in termini di «catalogo» e di prezzo con i libri a stampa.
Insomma, forte del prezzo accessibile e della presenza capillare in una grande varietà di punti vendita il paperback sembra riuscire ad intercettare ancora, in Italia come negli Stati Uniti, un suo pubblico di lettori, che il più delle volte non leggono anche e-book, e che tendono ad acquistare d’impulso.
Il grossista americano ReaderLink – il cui bilancio comprende le principali catene della gdo tra cui Wal Mart – ha puntato molto sulla redditività dei libri a stampa distribuiti nei canali mass market e ha rilevato un aumento delle vendite di libri cartacei nei primi sei mesi del 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013. La spiegazione del fenomeno ReaderLink la trova nel fatto che, mentre lo scorso anno si tendeva a tagliare lo spazio riservato ai paperback sugli scaffali (preferendo dare più visibilità alla letteratura young adult o per bambini) oggi, con il rallentamento della crescita dell’e-book negli Usa si è interrotta anche questa tendenza e ci si è accorti che il formato tascabile continua ad essere premiato dagli acquisti di impulso.
Inoltre, in un’intervista pubblicata su «Publishers Weekly», Sasha Quinton (vicepresidente marketing ReaderLink) sottolinea come nel momento del massimo picco del libro digitale sul mercato americano si è innescato una sorta di panico nei dirigenti dei punti vendita della gdo, che hanno reagito riducendo all’osso lo spazio destinato ai libri all’interno dei loro store, finendo per facilitare quello che loro stessi ritenevano lo scenario peggiore.
Nel successo del paperback e nella sua resilienza rispetto all’avvento dell’e-book gioca un ruolo decisivo il fattore prezzo: se in Italia, come dicevamo, il prezzo medio di tascabili e supertascabili si aggira attorno ai 10,05 euro, negli Usa siamo tra i 6,99 e i 7,99 dollari, dunque in entrambi i Paesi non siamo poi troppo lontani dal prezzo di un libro digitale (in Italia il prezzo medio degli e-book nel 2013 era pari a 7,20 euro).
Sebbene, dunque, negli Usa sembrino migliorare le prospettive per il mercato dei paperback il segmento deve ancora affrontare alcuni ostacoli: a fronte del calo della domanda gli editori probabilmente continueranno a ridurre le tirature e le aspettative di vendita rimangono di fatto più basse di quanto non fossero prima dell’avvento dell’e-book. Chissà se questa sarà anche la prospettiva che attende il mercato italiano.

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