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Le affinità elettive: consigli per lettori curiosi

I suggerimenti della redazione di Rebeccalibri

Tre piani, Eshkol Nevo, Neri Pozza 2015, 17.00 €, pp. 253tre piani

http://www.neripozza.it/collane_dett.php?id_coll=3&id_lib=1048

Dopo Le simmetrie dei desideri ecco un altro romanzo che si fa leggere tutto d’un fiato, che travolge il lettore proprio per la straordinaria capacità di Eshkol Nevo di sondare e descrivere l’animo umano. La comunicazione commerciale dell’editore valorizza l’idea narrativa dell’autore, ossia “descrivere la vita di tre famiglie sulla base delle tre diverse istanze freudiane della personalità”, ma non preoccupatevi: anche se non avete dimestichezza con le pulsioni dell’Es, mediate dall’Io e bloccate dal Super Io, la storia dei tre personaggi che abitano i tre piani di una tranquilla palazzina borghese nei pressi di Tel Aviv scorre comunque con ritmo incalzante eppure lieve. I temi dominanti sono il bisogno d’amore e il tradimento, il sospetto e la paura di lasciarsi andare; i tre personaggi hanno subito profondi colpi dalla vita, sono smarriti e spaesati dentro le convenzioni borghesi e ipocrite, eppure trovano la forza per rialzarsi e riprendere a lottare.

Fuori dalla palazzina borghese il parcheggio è ordinatissimo, le piante perfettamente potate all’ingresso e il citofono appena rinnovato. Dagli appartamenti non provengono musiche ad alto volume, né voci di alterchi. La quiete regna sovrana. Eppure, dietro quelle porte blindate, la vita non è affatto dello stesso tenore.

 

il momento creusaideIl momento (Creusaide), Magda Szabó, Anfora 2016, 17.00 €, pp. 328, trad. Vera Gheno

https://www.edizionianfora.net/il-momento-di-magda-szabo

Magda Szabó aveva con la mitologia una totale dimestichezza, avendo passato l’infanzia ad ascoltare i racconti del padre ispirati ai classici greci e latini. Arrivata a settantré anni, la scrittrice si dedica così a un’anti Eneide: immagina che a morire nella fuga da Troia non sia Creusa, la moglie di Enea, ma Enea stesso e che lei prenda il suo posto. Nasce così Il momento, Creusaide, un romanzo al femminile in cui gli eroi della tradizione fanno una misera figura.

“Attraverso il modello antiepico rappresentato da Enea-Creusa, Magda Szabó racconta e definisce anche il proprio passato, gli anni Quaranta-Cinquanta in cui fu costretta al silenzio, come tanti altri intellettuali e scrittori ungheresi, la politica, l’eroismo e la viltà, la fedeltà e il tradimento, tutto ciò che come donna e scrittrice della sua generazione aveva vissuto a poco più di trent’anni, all’epoca della svolta che impose lo stalinismo più feroce in Ungheria e ciò che ritrovò sulle rovine fumanti di quest’ultimo, attraverso la fase cruenta del post ’56 e del consolidamento kádáriano” scrive Cinzia Franchi sul Manifesto.

Le fa eco la stessa Magda Szabó, nella presentazione della 2a edizione ungherese del romanzo: “Ci avevano umiliati e declassati a cittadini di infimo grado, noi che non scrivevamo canzoni di elogio al tiranno. Non sono una buona cristiana fino al punto di poter dimenticare e perdonare la gioventù calpestata a morte. Da Virgilio avevo imparato che esisteva il modo con cui un autore riusciva a imprimere a morsi il proprio messaggio nell’albero del tempo; la volta del mio morso avvenne quando durante lo stesso anno persi le ultime due persone a cui appartenevo, prima morì mio marito, dopo mia sorella. Con una velocità sorprendente iniziai a diventare cieca e nessun medico assicurava che le operazioni che mi attendevano sarebbero servite. Mi sentivo talmente libera, abbandonata e miserabile a livelli mitologici, che percepii, era l’ora – forse con la scrittura dell’ultima opera – di imprimere a morsi anch’io il signum per tutto l’irrimediabile e incominciai a scrivere Il momento. Ci scrissi dentro tutto della vita, della morte, dell’amor patrio, della politica, del tradimento, della vigliaccheria, dell’eroismo, dei vivi e dei morti, tutto quello che non avevo mai veramente mostrato di me stessa a nessuno e che conoscevo sui doveri di uno scrittore così come l’avevo imparato dal mio maestro, da Tacito; apparentemente senza ira e fervore, in realtà amareggiata da morire, colma di impulsi omicidi che erano dissimulati dall’ironia scherzosa del linguaggio.”

 

Fato e furia, Lauren Groff, Bompiani 2017, 19.00 €, pp. 464, , trad. Tommaso Pinciofato e furia

http://www.giunti.it/libri/narrativa/fato-e-furia/

La storia di Fato e Furia è la storia di un matrimonio, un paradigma semplice.  Lotto e Mathilde si conoscono alla fine dell’università e si sposano subito: giovani, bellissimi e innamorati, si avviano verso un destino di felicità. Lotto depone senza troppo dolore le ambizioni da attore per diventare celebre come autore teatrale, e Mathilde si rivela la moglie ideale, la musa silenziosa: lui ama le luci della ribalta e lei sceglie il riparo delle quinte, lui è fiducioso e aperto verso le persone e il futuro, lei è più oscura e sfuggente.

Cosa c’entrano dunque ventiquattro anni di matrimonio idilliaco con l’evocazione di due forze tragiche come il Fato e la Furia? È una coppia perfetta, quella che vedono – o credono di vedere – tutti da fuori: ma basta cambiare punto di vista e la maschera cade. Il fato cala senza pietà; e Mathilde è la furia che libera un carico di rivelazioni.

Con la sua scrittura intensa [e punteggiata dalla voce narrante che si insinua nel testo attraverso delle parentesi quadre] Lauren Groff è riuscita a dare respiro narrativo a una tragedia animata da due personaggi folgoranti: perché ogni storia ha due facce, e la chiave di un matrimonio non sembra essere la verità, ma il segreto. Insomma, cosa possiamo chiamare veramente amore?

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