L’editoria italiana è sempre più internazionale
È quanto emerge dalla presentazione del Rapporto sull’import/export di diritti 2017
L’editoria italiana è sempre più internazionale, soprattutto nel settore Bambini e Ragazzi e nella Narrativa che assieme sono i più esportati con il 71,3% delle vendite. E questo mentre nel 2016 si è ridotto il numero di titoli per cui sono stati acquistati i diritti da case editrici straniere.
È quanto emerge dalla presentazione del Rapporto sull’import/export di diritti 2017, realizzata dall’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) in collaborazione con ICE- Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
La fotografia su come le case editrici italiane si muovono in ambito internazionale evidenzia che nel 2016 hanno venduto all’estero i diritti di 6.565 titoli (+11% sul 2015) mentre ne hanno acquistati 9.552 (-10,6% sul 2015). Per dimostrare l’influenza dell’export basti pensare che i titoli venduti nel 2016 rappresentano il 10% delle novità pubblicate, mentre nel 2011 erano appena il 3,2%.
Quali sono i generi più venduti?
L’export dei diritti italiani si basa soprattutto sui libri per Bambini (46,9%, +44% sul 2015) e sulla Narrativa (24,4%). Assieme fanno il 71,3% di tutto l’export di diritti della nostra editoria.
E quelli più acquistati? L’attenzione degli editori italiani si concentra sulla Narrativa che occupa il 35,9% (-1,3% sul 2015) degli acquisti dei diritti. La crescita maggiore è degli Illustrati che rappresentano il 5,7%, +76% rispetto al 2015.
Dove?
L’Europa si conferma il mercato tradizionale delle vendite con il 63,2% (+35,7% sul 2015), a crescere maggiormente sono il Nord America (8,4%, +45,8% sul 2015) e il Medio Oriente (3,8%, +14,2% sul 2015), area verso cui sono state sviluppate negli ultimi anni missioni e partecipazioni dell’editoria italiana come Paese ospite d’onore in collaborazione con ICE-Agenzia.
E da dove?
L’Europa continua a essere il principale paese da cui si acquistano i diritti: rappresenta il 62,2% dei titoli acquistati ed è in leggero calo rispetto all’anno precedente (-6% sul 2015). Il secondo è il Nord America con il 33% di quota e una crescita del 3,4% sul 2015. Si nota anche un interesse verso il Pacifico: rappresentano appena il 4% ma con un +352,9% sul 2015.
In generale l’Osservatorio realizzato da AIE e ICE Agenzia conferma la capacità degli editori italiani di offrire autori, generi diversi ai loro colleghi stranieri e di esplorare letterature e mercati nuovi rispetto a quelli europei, più tradizionali.
E i piccoli?
Comprano più diritti all’estero di quelli che vendono, anche per la naturale necessità in fase di avvio di crearsi un catalogo importante. E forse anche per rispondere alle curiosisità di un lettore che vuole conoscere autori, letterature e culture di Paesi diversi. Cresce però (e più della media) la loro capacità di vendere all’estero (anche come probabile effetto traino che negli anni scorso hanno fatto alcuni marchi editoriali; anche se i numeri in termini assoluti rimangono piccoli). L’export dei diritti raggiunge il 12,5% (+31,9% sul 2015) mentre l’acquisto dei diritti è il 46,2% (+4,5% sul 2015).
Le coedizioni sono un altro tassello importante dei processi di internazionalizzazione dell’editoria italiana. Nel 2016 sono state 1.102 le coedizioni realizzate con gli editori stranieri. Due i generi che si impongono: quello dei Bambini e Ragazzi (57,7%) e quello degli gli Illustrati (18,5%).
Due settori i cui costi di produzione possono essere abbattuti quando uno stesso titolo (o una collana) viene realizzato da più partner internazionali in modo da contenere i prezzi di copertina di prodotti in cui il «colore» e la qualità della carta incide in maniera significativa sui costi di produzione.
La geografia dei diritti 2016. Da dove compriamo a quali Paesi vendiamo – Slide
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