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La piaga della pirateria nel mondo del libro. In Italia in fumo 12 mila posti di lavoro e 705 milioni

Anche in Italia la pirateria continua ad avere un peso drammaticamente rilevante per il settore, sottraendo agli editori 705 milioni di euro di vendite l’anno: più di un quarto del valore complessivo del mercato (il 28%, calcolato al netto di editoria scolastica ed export). Per il sistema Paese, ovvero calcolando anche le attività dell’indotto quali la logistica, i servizi e altro, la perdita è di 1,75 miliardi l’anno, per il fisco 298 milioni l’anno. Valori che si traducono in una mancata occupazione per 4.900 persone nel mondo del libro, 12.000 posti con l’indotto.

Gli atti di pirateria stimati in un anno sono 108,4 milioni, quasi 300mila ogni giorno, in calo dell’8% rispetto al 2021. Un fenomeno che continua ad avere dimensioni preoccupanti e pericolose per il mondo del libro e che per questo richiede azioni di contrasto ad ampio raggio.

Tutti questi dati sono stati resi noti il 7 marzo in a Roma occasione della presentazione di “La pirateria nell’editoria libraria. Quanto pesa e come ridurla”: terza indagine Ipsos commissionata dall’Associazione Italiana Editori (AIE) . Tra le altre cose, la ricerca fotografa l’ampiezza del fenomeno, i danni arrecati all’industria del libro nel suo complesso e ai principali settori (editoria di varia, editoria universitaria, editoria professionale), l’impatto sull’economia nazionale e sui mancati introiti per il fisco. La terza analisi dell’istituto di ricerca Ipsos , dopo le prime due analisi riferite al 2021 e al 2019, rileva inoltre la scarsa consapevolezza nell’opinione pubblica della gravità della pirateria e delle possibili conseguenze. La percentuale di chi si dice a conoscenza dell’illeceità/illegalità della pirateria è pari nel 2023 al 79% (84% nel 2019). Il 70% del campione intervistato ritiene poco probabile essere scoperti e puniti, percentuale in crescita di 4 punti percentuali rispetto al 2019

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