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Marenostro. Naufraghi senza volto (Salvatore M. Moscara, edizioni la meridiana 2020)

Ogni anno la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato viene celebrata l’ultima domenica di settembre. Per l’occasione, un libro da riscoprire sul tema, per dar voce a chi vive sulla propria pelle l’esperienza della migrazione e della fuga dalla propria terra.

Un libro parlante che dà voce alle voci di chi, in vita, non ha avuto il diritto di essere donna o uomo, bambina o bambino.
Sono le voci di chi fuggiva da violenze, persecuzioni, fame, guerre ed ora giace nel Mediterraneo a due passi da casa nostra. Voci dei prigionieri torturati nei lager libici; della delusione dei latinos americani davanti alla tortilla border innalzata davanti a loro, al confine tra USA e Messico; della disperazione delle popolazioni sub-sahariane nell’attraversamento del deserto del Mali.
Nessuno di noi può dire che non c’era, che non sapeva mentre quelle voci urlavano il loro diritto alla libertà, alla dignità e alla vita. Eravamo tutti al corrente di tutto, talvolta anche in diretta mentre la politica era intenta a raccogliere consenso sui social.
Il movimento dei popoli è sempre stato una sfida. Percepirlo ancora come minaccia ci allontana dalla nostra umanità e dal futuro.
I migranti, questi diversi da noi, sono l’occasione che l’Occidente ricco, che si sente al sicuro nei propri confini e bastevole a se stesso, ha di comprendere che una società chiusa è destinata a morire.
Nessuno si salva da solo. Oggi più di ieri.
Non li abbiamo salvati mentre le loro voci imploravano un approdo. Riascoltare quelle voci, grazie a questo libro, è un modo per custodire la memoria e ricordare che il nostro mare è anche il loro: mare nostrum, appunto.
Sull’una e sull’altra riva ci sono volti, persone, vite, anime. Basta poco – davvero poco – perché nessuno diventi un altro naufrago senza volto.