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Giuda (Amos Oz, Feltrinelli 2016)

Un consiglio di lettura al giorno dalla nostra rubrica "Affinità elettive"

Questo straordinario romanzo di Amos Oz si dipana su due piani: nel presente, ci parla di una relazione amorosa emozionante, fugace, sensuale; in un’atmosfera magica, ci presenta le vicende di tre personaggi –  più uno che vive nei loro ricordi – che sono un espediente per ribaltare il noto ruolo di Giuda come traditore, presentandolo invece come il più devoto dei discepoli, tradito egli stesso nelle aspettative di salvezza di Gesù.

Sullo sfondo la guerra, il ruolo degli intellettuali pacifisti che sognavano l’unione tra ebrei e palestinesi e furono additati come traditori. Qui il tradimento subito o concesso non è altro che il principio di ogni vero cambiamento di ogni uomo o donna.

Siamo a Gerusalemme, l’inverno tra la fine del 1959 e l’inizio del 1960. Shemuel Asch decide di rinunciare agli studi universitari – e in particolare alla sua ricerca intitolata Gesù visto dagli ebrei – a causa dell’improvviso dissesto economico che colpisce la sua famiglia e del contemporaneo abbandono da parte della sua ragazza, Yardena. Shemuel è sul punto di lasciare Gerusalemme quando vede un annuncio nella caffetteria dell’università. Vengono offerti alloggio gratis e un modesto stipendio a uno studente di materie umanistiche che sia disposto a tenere compagnia, il pomeriggio, a un anziano disabile di grande cultura. Quando si reca all’indirizzo riportato nell’annuncio, Shemuel trova una grande casa abitata da un colto settantenne, Gershom Wald, e da una giovane donna misteriosa e attraente, Atalia Abravanel. Si trasferisce nella mansarda e inizia a condurre una vita solitaria e ritirata, intervallata dai pomeriggi trascorsi nello studio di Gershom Wald.

Amos Oz tiene mirabilmente i suoi personaggi e il lettore sul filo del mistero: chi è veramente Atalia? Cosa la lega a Gershom? Di chi è la casa dove vivono? Quali storie sono racchiuse tra quelle mura? Shemuel Asch troverà la risposta nel concetto di tradimento, non inteso in senso tradizionale, bensì ancorato all’idea che si ritrova nei Vangeli gnostici, dove emerge che il tradimento di Giuda – aver consegnato Gesù alle autorità e a Ponzio Pilato – non fu altro che l’esecuzione di un ordine di Gesù stesso per portare a termine il suo disegno.

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