Rebecca libri

L’anno dei libri

Un articolo di Federica Patera su La balena bianca

Tra amanti della lettura si parla spesso di come sistemare e ordinare i libri sugli scaffali. In ordine alfabetico, per provenienza dell’autore, per casa editrice, per secolo o corrente o argomento e di nuovo poi in ordine alfabetico, a seconda delle esigenze di chi dovrà avventurarsi tra quegli scaffali. Un altro modo di procedere, che tracci una sorta di percorso, potrebbe essere l’ordine di lettura; sistemare i libri seguendo l’ordine in cui sono stati letti, un anno dopo l’altro.

Questo tipo di parametro focalizza l’attenzione sul lettore – le sue preferenze, la sua formazione, la sua natura – e allo stesso tempo svela qualcosa riguardo alla versatilità del libro e, più ancora, alla sua portata artistica, se così si può dire: la sua capacità di stare bene in qualsiasi posizione, tanto che è quasi una certezza che non si troveranno mai due biblioteche personali uguali per combinazione di titoli.

Se considerassimo i libri alla stregua di pezzi di puzzle, potremmo pensare che appartengano, in un modo o nell’altro, a uno stesso grande disegno; che il percorso delinei un disegno intero e smisurato al quale tutti i lettori tendono, partendo da punti peculiari e imperscrutabili, tanto quanto irrilevanti a livello generale, poiché il pezzo di partenza, sebbene rimandi a ciascun lettore la percezione di essere equidistante da un fantomatico bandolo, è solo il primo ad essere preso in mano.

Ernst Bernhard, medico pediatra e psicanalista, che «aveva fondato la sua terapia sull’idea di destino (E. Zolla, Corriere della Sera, 6 nov 1969)» e applicava quella che lui chiamava “psicologia del processo di individuazione”; chirologo e astrologo, oltre che interlocutore (o confessore e guida) di Bobi Bazlen, di Federico Fellini, di Cristina Campo, tra gli altri, nel suo prezioso Mitobiografia (Adelphi, 2007), una raccolta di appunti annotazioni e testi scelti dai suoi quaderni, racconta qualcosa di analogo a proposito del costringere in un libro le sue idee, pratica che l’ha sempre visto restio. Scrive: «nel corso degli ultimi decenni una parte di queste idee è stata naturalmente espressa da altri autori a me spiritualmente affini, in formulazioni più o meno simili, un segno che lo stesso potenziale, la stessa energia creativa delle sorgenti sotterranee dell’anima, quasi comunicando, è all’opera contemporaneamente in luoghi diversi». Le idee di cui parla Bernhard assomigliano molto ai libri dislocati nelle ipotetiche Librerie degli Anni, in cui a vigere è, appunto, l’ordine di lettura: alcune delle idee che Bernhard ha avuto – o dei libri che sono stati letti –, per motivi personali, sono arrivate/i anche ad altri uomini, per motivi altrettanto personali, dando loro qualcosa in comune: un terzo elemento, un testimone che redime le loro differenze. Ioan Petru Culianu, definito da Grazia Marchianò figlio putativo del sopracitato Zolla, ispirandosi a un saggio del marito intitolato Culianu e contenuto in Filosofia perenne e mente naturale (Marsilio Editori, 2013), nel suo racconto dal titolo emblematico La sequenza segreta (Il rotolo diafano, Elliot Edizioni, 2010), torna alla carica: «Gli altri capitoli dello stesso libro (vale a dire gli altri intelletti affaccendati sulla medesima trama) possono essere stati scritti (o non scritti) in qualsivoglia momento dalla ballerina di un bordello di Aleppo, da un teppista con tre file di denti, da un uomo delle caverne».

Continua a leggere su La balena bianca…

Prossimi eventi
Newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter
Accesso utente