Rebecca libri

Le poche cose che contano (Simone Cristicchi, Luigi Verdi, Romena, 2020)

di Simone Cristicchi, Luigi Verdi

Creatività

Luigi Verdi
Grazie Simone. Questa davvero è l’umiltà che cerchiamo, di cui tutti abbiamo bisogno, quell’umiltà di non sentirsi mai superiori a nessuno, quell’umiltà di mettersi in ascolto di tutto il creato.

Simone Cristicchi
D’altronde noi siamo immersi nel creato, siamo il frutto di una creazione – nostro padre e nostra madre ci hanno messi al mondo – e nello stesso tempo siamo anche creatori, che non vuol dire per me essere soltanto artisti, letterati, filosofi, poeti; anche creare un rapporto d’amicizia come il nostro è creazione, è qualcosa di creativo. Anche una storia d’amore, curarne i dettagli, le piccole attenzioni quotidiane, può diventare un capolavoro.
E quindi credo che ogni nostra azione, ogni nostro pensiero, ogni scelta quotidiana che facciamo, contribuisce a creare il mondo, in ogni momento.
Ed è per questo che ti propongo la prossima parola: creatività.

Luigi Verdi
Bella la parola creatività. Io credo che la creatività nasca sempre da un parto, da una difficoltà in cui cerchi una via d’uscita.
Per me è avvenuto a partire dalla mia fragilità, dalle mie mani imperfette, dalla mia timidezza.
E tu Simone, com’è che sei diventato un creativo?

Simone Cristicchi
È una storia vecchia, è una storia che riguarda la mia infanzia. Mio padre si chiamava Stefano, è morto a quarant’anni, io ero soltanto un bambino.
Dopo che se n’è andato avevo una rabbia dentro che avrei spaccato un’intera montagna e così, per non fare del male a nessuno, mi sono andato a rinchiudere nella mia cameretta, nella mia stanza di bambino. Ho chiuso il mondo fuori da quella porta, non volevo vedere più nessuno, amici, parenti, conoscenti, compagni di scuola perché mi vergognavo di essere orfano.
Poi un bel giorno ho trovato un po’ di fogli bianchi da disegno, una scatola di pennarelli colorati e ho cominciato così, quasi per gioco, a disegnare, a inventarmi delle storie a fumetti, delle favole che io disegnavo soltanto per me.
Era un mondo perfetto quello perché niente di brutto poteva succedermi e ho disegnato per giorni, per settimane, per mesi, per anni chiuso in quella stanza.
Stavo costruendo inconsapevolmente un ponte che mi stava riportando nel mondo.
È andata proprio così: nel momento più brutto e drammatico della mia vita l’unica cosa che davvero mi rendeva felice è stata la creatività, è stato creare.

Esibizione di Kataklò – Athletic Dance Theatre

Luigi Verdi
Come ci ha detto Simone, dal dolore, dalla solitudine può nascere la creatività.
Dostoevskij nella solitudine della prigionia scrive pagine memorabili; Beethoven, nella sua sordità, compone alcun delle pagine più belle della sua musica. Le più belle canzoni, le più belle poesie sono state scritte nei momenti di crisi, nei momenti di difficoltà.
Ci sono però alcune cose che frenano la creatività in questo nostro mondo di oggi, un mondo spesso piatto, che ha ucciso la creatività.
La prima cosa che oggi ha distrutto la creatività è la tendenza a progettare tutto.
Io credo che i progetti siano demoniaci: con un progetto io, che sono qui, stabilisco come arrivare laggiù in fondo: ma fra me e laggiù c’è la gente, ci siete voi, tra me e laggiù c’è lo spirito che dice “Ma dove vai, la strada va da un’altra parte…”.
E allora quando vedi che il tuo progetto non è praticabile così come lo hai pensato, non ti muovi più, non crei più niente.
Io ho conosciuto persone programmare tutta la vita senza viverla.
L’altra cosa che distrugge la creatività è questo chiodo fisso di cercare un senso alla vita.
Ci sono tante persone che vengono qui da noi e mi chiedono, come prima cosa, come fare a trovare un senso per la loro vita. Quando esordiscono con una frase di questo tipo, io gli rispondo così: “Senti, qui a Romena abbiamo un grande orto, vai nell’orto tutta la mattina e poi oggi se ne parla”.
E vi assicuro che quando tornano non hanno più voglia di fare quella domanda; per me è stupido cercare un senso alla vita, semplicemente perché tutto ha senso. Tutte le sfumature della vita hanno un senso, tutto è sacro, tutto ha valore.
La terza cosa che frena la creatività è trattenere la vita.
Gesù usa tantissime volte la parola lasciare: “Lasciate che i bambini vengano a me”, è la prima frase che ricordiamo subito tutti.
Ma in un altro passaggio ci sono gli apostoli che dicono: “C’è qualcuno che vuole scacciare il demonio in tuo nome, glielo abbiamo impedito, non era dei nostri”. E Gesù: “Ma lasciateli fare!”
E così dice della zizzania: “Lasciate che la zizzania faccia quello che vuole. Voi coltivate il grano, in modo che la zizzania non trovi ossigeno e muoia”.
O pensiamo all’episodio della Maddalena, quando questa donna va nella casa per ungere Gesù e tutti la guardano male, e Gesù le dice: “Ma lasciatela in pace questa povera donna”.
Lasciate, lasciate, lasciate. Senza voler trattenere tutto, senza voler controllare tutto. Perché il possesso, il controllo sono solo un peso. Senza leggerezza, senza libertà la creatività non vive e nessun sogno può volare alto nel cielo.

Simone Cristicchi e Simona Molinari cantano “La donna cannone” di Francesco De Gregori

Luigi Verdi
“Senza ali e senza rete voleremo via…” Nella mia vita molte volte mi hanno detto: “Sii realista, stai calmo, cosa vuoi fare, dove vuoi arrivare” ma io ho sempre pensato che il realismo non crea la realtà: sono i sogni che creano la realtà.
Io questo luogo l’ho sognato, ho sognato questa fraternità che poi è diventata realtà e non mi sono fatto frenare da quel realismo piatto che si traduce in un “non ci provare nemmeno”, “non ne vale la pena”.
Se prima di morire vuoi capire chi sei, devi puntare a qualcosa di più alto di te.

Simone Cristicchi
Grazie Gigi per queste bellissime riflessioni.
Siamo alla fine della nostra prima puntata.
Abbiamo esplorato queste tre parole per noi così importanti: coraggio, umiltà e creatività.
Il coraggio e l’umiltà ci hanno detto che nella vita possiamo fare una cosa apparentemente impossibile: volare.
La creatività ci ha messo le ali. E allora Gigi non mi resta che chiederti un ultimo saluto, una benedizione finale. Grazie.

Luigi Verdi
Per te, che nella solitudine
hai allargato lo spazio.
Per te, che passi per la strada chino
e rientri dove nessuno ti aspetta.
Per te, che fai scivolare una lacrima
nel cavo della mano
lontano da ogni sguardo.
Per te, che hai un figlio
che ha un incendio nel cuore
e non sa più dove rifugiarsi.
Per te, straniero che porti sempre
la tua patria tra le braccia,
come un’anfora da cui ogni tanto bevi.
Per te, che cambi sogni
senza amarne mai neppure uno.
Per tutti voi
accogliete questo filo di speranza,
questo minimo di luce
sufficiente per continuare a camminare.

Simone Cristicchi canta “Pace” con Amara

Basterebbe solamente un attimo di pace
per fermare questa paura
Un attimo di sentimento,
vivere il momento, ogni sua sfumatura
Basterebbe non pensare, non pensare a niente
Un uomo è libero, se non diventa schiavo della mente
Riscoprire il senso della vita che respira
Ricominciando da sé stessi, perché siamo noi la vita
Arriveranno giorni e notti di speranza
Avremo amore in petto e non potremo stare senza
Arriverà il silenzio e vorrà dire pace
Arriverà un momento dove confusione tace
Pace, in nome dell’amore e della libertà
La pace, per riscoprire il senso dell’umanità
Siamo quello che pensiamo, quindi cosa siamo?
Siamo questa paura
Fermiamo questo sentimento,
siamo ancora in tempo, non vincerà la paura se
Se riscopriamo il senso della vita che respira
Ricominciando da sé stessi, perché siamo noi la vita
Arriveranno giorni da vivere d’un fiato
Un tempo che nel tempo non sarà dimenticato
Arriverà il silenzio, silenzio che non tace
Ritornerà il coraggio, ritroveremo pace
Pace, in nome dell’amore e della libertà
La pace, per ritornare a dare un senso a questa umanità
La pace, la pace
Ritorneranno i giorni, le notti di speranza
Avremo amore in petto e non potremo stare senza
Saremo i nostri giorni da vivere in un fiato
Ritornerà il coraggio, ritroveremo pace
Dov’è finito il buon senso, il senso buono delle cose?
Chi ha spento il fuoco della speranza?
La speranza è la voce dell’infinito
che ci guida verso la salvezza
Siamo noi la vita (siamo noi)
Siamo noi il coraggio
Siamo noi la pace.

Le poche cose che contano | Simone Cristicchi, Luigi Verdi | Romena | 2020 | pagine 144 | euro 10.00

Il Pensare i/n Libri raccoglie testi di natura letteraria a scopi culturali e senza fine di lucro. La proprietà intellettuale è riconducibile all'autore specificato in testa alla pagina, immediatamente sotto il titolo, e in calce all'articolo insieme alla fonte di provenienza e alla data originaria di pubblicazione.
Le immagini che corredano gli articoli del Pensare i/n Libri sono immagini già pubblicate su internet. Qualora si riscontrasse l'utilizzo di immagini protette da copyright o aventi diritti di proprietà vi invitiamo a comunicarlo a info@rebeccalibri.it, provvederemo immediatamente alla rimozione.
Prossimi eventi
Newsletter
Iscriviti alla nostra newsletter
Accesso utente