«Quando ti abbiamo visto forestiero...?».

Durante l’inverno del 2017, in Val di Susa, continui arrivi di migranti, profughi, richiedenti asilo politico e rifugiati, sprovvisti di ogni bene di prima necessità, caratterizzavano le giornate fredde, gelide dove la notte scende sempre di più in anticipo rispetto alle altre stagioni. Il loro intento era, ed è tutt’ora, quello di attraversare la rotta alpina per recarsi in Francia a rischio e pericolo della vita: in diversi l’hanno persa, qualcuno ce l’ha fatta, altri sono dovuti ritornare indietro e fermarsi. Tutto ciò nella speranza di poter raggiungere un futuro migliore per sé e la propria famiglia, potersi ricongiungere con parenti e amici, poter lavorare e mantenersi dignitosamente rispetto a quanto accade nel proprio paese di origine. Nasce, così, il Rifugio Fraternità Massi di Oulx con il chiaro obiettivo di proteggere e porre attenzione all’esistenza di chi, in transito, desiderava proseguire il proprio viaggio dopo aver trascorso la notte al caldo, aver consumato pasti dignitosi in relazione con volontari e operatori ed aver avuto vestiti caldi e adeguati alle temperature rigide. Dall’intuito di don Luigi Chiampo, parroco di Bussoleno e responsabile dell’ufficio migranti della diocesi di Susa, ha inizio questa esperienza unica e significativa a tutela della vita, partendo dall’aspetto determinante che davanti a tutto ci sono delle persone: uomini, donne e bambini di ogni età, provenienza, estrazione sociale e religione. Incontrare, ascoltare, entrare in relazione, conoscere, accogliere e accompagnare sono i segni distintivi e unici della testimonianza del luogo che va oltre le mura ed una prima e doverosa assistenza: coinvolge realtà del territorio, associazioni di volontariato, professionisti, politici, la chiesa locale. Inoltre sensibilizza persone comuni mettendo al centro la persona testimoniando il valore della vita, della fratellanza, della solidarietà attraverso il servizio a chi è in difficoltà e soffre.