Rebecca libri

FNAC, dopo l’addio all’Italia, in Francia si affida alla Borsa

Pinault si concentra sul lusso, si libera dei libri e il listino apprezza

In Italia il colosso francese, proprietà del gruppo Ppr (Gucci, Saint-Laurent, Puma, Balenciaga, etc.) che fa capo a Francois-Henri Pinault, ha 8 filiali e 600 dipendenti. Già dal 13 gennaio c’è la comunicazione ufficiale della dismissione della presenza in Italia. Ora arriva la decisione di disfarsi di tutta la catena di negozi di prodotti culturali e piccola elettronica, attraverso la forma tecnica dello spin off. FNAC sarà staccata dal gruppo (dove pesa per il 34%) e quotata in Borsa. Ha ancora un fatturato di 4,16 miliardi di euro, ma ha subito un calo degli utili di 7,5 milioni. Da quattro anni è in vendita, ma non si trova un acquirente, nonostante un piano di risparmi che ha già visto il taglio di 500 posti di lavoro (310 in Francia), la chiusura di alcune filiali e la previsione dell’uscita dall’Italia. Come ha scritto l’analista parigina A.M. Merlo, il gruppo Pinault, liberato dalla zavorra della distribuzione libraria per la classe media dalle tasche sempre più vuote per la crisi, potrà far salire alle stelle il titolo Ppr in Borsa grazie alle marche del lusso e di lifestyle. Dall’altro lato, la messa in Borsa di FNAC, con l’obiettivo di disfarsi il prima possibile delle sue azioni, può essere un buon affare per Pinault, ma non garantisce la sopravvivenza della storica catena libraria. Non è un caso se l’annuncio della quotazione in Borsa di FNAC è stato apprezzato dagli operatori a Parigi e il titolo del gruppo transalpino ha chiuso con un guadagno del 2,5%.

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