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«I libri? Non moriranno mai. A me hanno salvato la vita»

Ci ha lasciato un grande poeta, un grande intellettuale: Roberto Roversi

Ricordiamo Roberto Roversi con le parole di una delle ultime interviste: «i libri? Non moriranno mai. A me hanno salvato la vita».
Pochi anni fa aveva venduto la sua libreria antiquaria Palmaverde e l’anno scorso si era privato anche di gran parte della sua biblioteca personale: donata alla libreria Coop Ambasciatori, che la mise all’asta volume per volume, versando il ricavato ai senzatetto. Solo qualche superstite nel suo studio, “ma li ricordo tutti, i libri della mia vita”.
Aveva partecipato alla Resistenza (fu partigiano, ventenne, in Piemonte) e nel 1955 fondò con Francesco Leonetti e Pier Paolo Pasolini la rivista Officina. Nel 1961 diede alla luce una nuova rivista, Rendiconti. Di entrambe è stato anche editore. Attorno alla metà degli anni sessanta compì una scelta destinata a segnare profondamente la sua attività letteraria: smise di pubblicare con i grandi editori, limitandosi esclusivamente a fogli fotocopiati distribuiti liberamente e a collaborazioni con piccole riviste autogestite.
Roberto Roversi, poeta e scrittore, intellettuale e coscienza critica di una città e del paese intero, si è spento a Bologna: era nato il 28 gennaio 1923, e tra qualche mese avrebbe compiuto 90 anni.

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