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Il Premio Strega prosegue in tribunale tra gli sconfitti Gianrico Carofiglio e Vincenzo Ostuni

Le storie letterarie sono ricche di stroncature, ma qui lo scrittore-magistrato denuncia per diffamazione davanti a un giudice l’editor concorrente

Nei giorni scorsi Gianrico Carofiglio ha sporto denuncia per diffamazione contro Vincenzo Ostuni, poeta ed editor della casa editrice Ponte alle Grazie che nel premio Strega ha piazzato al secondo posto “Qualcosa di scritto”di Emanuele Trevi.
Infatti, lo scrittore pugliese (prima magistrato e ora deputato del PD) non ha gradito le critiche pesanti di Ostuni, reo di aver affermato, all’indomani del Premio Strega dello scorso luglio, sulla propria pagina face book: «finito lo pseudo fair play della gara, dirò la mia sul merito dei libri. Ha vinto un libro [“Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi”di Piperno] profondamente mediocre, una copia di copia, un esempio prototipico di midcult residuale. Ha rischiato di far troppo bene anche un libro letterariamente inesistente [di Carofiglio], scritto con i piedi da uno scribacchino mestierante, senza un’idea, senza un’ombra di responsabilità dello stile, per dirla con Barthes».
Eppure lo stesso Carofiglio e tutti gli altri finalisti, prima della votazione finale, si erano trovati concordi nel denunciare le pressioni e la regola della spartizione tra editori, nella convinzione che“lo Strega è l’unico premio che moltiplica le vendite”.
Preoccupati della piega presa dalla vicenda e in difesa del collega poeta, un gruppo di intellettuali ha prontamente steso e firmato un appello per la libertà di un’opinione, per quanto severa e discutibile. Con un pizzico di ironia, si sono ritrovati per un un flash mob mercoledì 26 davanti al commissariato di Piazza del Collegio Romano – proprio il commissariato di don Ciccio Ingravallo in “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio Gadda – per pronunciare pubblicamente la frase incriminata di Ostuni e rivendicare il diritto alla libertà di parola e di critica.
Naturalmente in rete impazza il dibattito, icasticamente riassunto da un certo Massimo che su Twitter afferma «e allora Moccia dovrebbe querelare minimo un milioncino di persone …».

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