Rebecca libri

Il ruolo delle donne nel dialogo interculturale e interreligioso

Un percorso di lettura sul tema della XVI Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico

A 16 anni di distanza, la Giornata «vuole continuare ad essere un punto di riferimento per quanti vogliono farsi costruttori di pace e impegnarsi attivamente per fermare quella che papa Francesco ha definito la “terza guerra mondiale a pezzi” che si sta radicalizzando sempre di più».

L’appello parte dalle difficoltà gravi che sta vivendo il dialogo cristiano-islamico che è pesantemente condizionato dalle attività razziste dei partiti e movimenti ultranazionalisti e xenofobi che sono riusciti ad incrementare il proprio consenso popolare, focalizzando la loro propaganda politica sulla presunta minaccia che incomberebbe sull’identità culturale e religiosa dell’Europa, rappresentata come “bianca” e “giudaico-cristiana”. […]

È necessario fermare questa politica miope e folle, che favorisce la guerra e le azioni terroristiche e non certo la pace, scaricando violenza e discriminazione proprio sulle donne, e sulle donne musulmane in particolare, che in questi anni sono state oggetto di atti di violenza e razzismo a sfondo religioso.

Da qui la necessità di mettere al centro la questione femminile e puntare decisamente all’impegno delle donne per la pace ed il dialogo interreligioso e interculturale. Ma le cronache quotidiane ci dicono che la violenza non colpisce solo le donne musulmane, insultate e discriminate per il loro abbigliamento e per la loro religione, ma anche tutte le donne in genere, vittime di sempre più nuove forme di discriminazione e di violenze e di ripetuti e spesso cruenti femminicidi.

L’appello del Comitato promotore – composto da associazioni cristiane e musulmane, singoli impegnati sul tema del dialogo, riviste tra cui Confronti, Adista e il sito www.ildialogo.org – è rivolto a tutte le comunità, cristiane e musulmane, affinché «superino le difficoltà che esse stanno oggettivamente vivendo e si rimettano in cammino. L’umanità ne ha bisogno e le future generazioni ce ne saranno grate».

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