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Le affinità elettive: consigli per lettori curiosi

Ogni mese su Rebeccalibri cinque libri suggeriti da lettori forti

A maggio, i lettori della nostra rubrica si metteranno in cammino insieme all’incolore Tazaki, sfatando l’ipocrisia dell’Occidente ma ben cosapevoli che è sempre tempo di imparare, e che sono i contenuti a fare la differenza. Perché ogni partenza è anche un ritorno…

 

Vi svelerò un segreto: i contenuti del vostro sito web sono un problema. Il vostro problema.

Per secoli le persone e le aziende sono state in grado di trovare un senso ai loro contenuti e fissarlo a modo oppure tenere le conseguenze per sé stessi.

Poi sono arrivati i siti web che hanno prodotto la tempesta perfetta. Gli enti hanno dovuto mettere tutto i loro contenuti in un solo posto. Per la prima volta. Alla portata di tutti. E qui inizia il divertimento.

Questo libro è un’introduzione efficace e chiara alla pratica della content strategy. Descrive alcuni dei vantaggi, dei ruoli e delle attività che si incontrano quando si fa content strategy.

Chiara Scesa, content designer, Niew – Content strategy per il web. I contenuti fanno la differenza (Kristina Halvorson, Melissa Rach, Pearson 2013, 20.00 euro)

 

Uno dei maggiori intellettuali del Novecento si racconta in questo “romanzo autobiografico” e srotola le maglie della sua memoria di bambino. Nato da una famiglia ebrea dell’Ungheria, osserva l’arrivo dei nazisti e le prime leggi che lo privano di un Paese e di una patria. A 11 anni scappa al rastrellamento della popolazione ebraica per un soffio con una saggezza e una lungimiranza incredibili. La stessa acutezza che lo salva dalla tragedia gli permetterà di leggere il mondo in cambiamento, di osservare con occhi lucidi la disfatta della Germania nazista e i russi già comportarsi da padroni nell’Ungheria liberata. La storia del secolo passato letta attraverso i ricordi di uno dei suoi protagonisti più illustri.

Lisa Orlandi, libraia, La piccola libreria – Partenza e ritorno (Gyorgy Konrad, Keller 2015, 14.50 euro)

 

“Diciamo la verità: è duro sentirsi convinti di appartenere a una civiltà civicamente e culturalmente superiore a qualunque altra (..) e non trovarsi affatto all’altezza di dimostrarlo”. È questo l’incipit con cui Franco Cardini, storico specializzato in studi sulle Crociate, apre la sua riflessione volta a scardinare una vulgata sempre più diffusa dopo gli attentati di Parigi: l’islamofobia generalizzata e acritica come verità inoppugnabile. Lo storico ammonisce ricordando come À la guerre, comme à la guerre significhi accettare “che il nemico non è per definizione né un demonio né un mostro, bensì uno (…) che persegue (…) uno scopo analogo al nostro: cioè vincere”.

Valeria Pallotta, promotore editoriale, Laterza – L’ipocrisia dell’Occidente (Franco Cardini, Laterza 2015, 16.00 euro)

 

Quello di Valeria Parrella, Tempo di imparare, è un libro che denuncia l’idea che l’altro deve stare nei nostri protocolli e nelle nostre scartoffie. Un libro che racconta di solitudini e di conquiste non scontate, di amicizie che nascono quando gli sguardi scoprono nell’altro la comunanza di essere genitori di un bambino della 104 (il numero della legge della disabilità), dove il tempo del ristoro è quello concesso dall’attesa tra l’entrata e l’uscita da scuola di tuo figlio.

Una scrittura delicata e profonda che rende questo libro anche un manifesto politico per ripensare e riconsiderare come l’altro diverso da noi non è un accidente burocratico ma una relazione educativa profonda.

Elvira Zaccagnino, direttrice editoriale, la meridiana – Tempo di imparare (Valeria Parrella, Einaudi 2013, 17.00)

 

Anche nel suo ultimo romanzo Murakami si pone di fronte a interrogativi di matrice esistenzialista: un viaggio intimo nella vita del protagonista, in un Giappone che fa da sfondo a scenari in bilico fra sogno e realtà. Trovo che l’aggettivo incolore sia azzeccato sia per il titolo che per il libro, infatti per tutta la durata della lettura si è alla ricerca – insieme a Tazaki – di qualcosa di concreto, qualcosa che però sembra non arrivare mai. Con la consuetudine che lo contraddistingue, Murakami lascia al lettore l’ultima parola, tant’è che il finale è a “libera interpretazione”. Un libro gradevole, anche se non fra i suoi più ispirati.

Laura Mirarchi, studentessa, Firenze – L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio, Einaudi 2014, 20.00)

 

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