Le affinità elettive: consigli per lettori curiosi
I suggerimenti della redazione di Rebeccalibri
Il figlio della fortuna, Christoph Hein, edizioni e/o 2017, 19,50 €, pp. 432, tr. Monica Pesetti
Il nuovo romanzo di Christoph Hein – critico acuto e inflessibile sia della Germania dell’Ovest come di quella dell’Est – racconta la vicenda di un uomo la cui vita scorre parallela all’onnipresente fascicolo dell’amministrazione statale che attesta come – malgrado abbia cambiato cognome e non ne abbia mai condiviso idee e comportamenti – lui sia proprio il figlio di un padre, industriale nazista e criminale di guerra: il figlio di un mostro. Nessuno può sfuggire al proprio destino e le colpe dei padri – quando sono così grandi – ricadono sui figli.
«Cosa deve al proprio padre un figlio che la madre chiama “figlio della fortuna”? Il figlio, cittadino della nascente Repubblica democratica tedesca, deve infatti trascorrere l’intera sua vita, sin dalla nascita nel 1945, ad allontanarsi dal padre impiccato dai partigiani polacchi. Molti sono i tentativi del figlio di sottrarsi alle ombre lasciate dal padre: la scelta di prendere un altro cognome, la decisione di entrare nella Legione straniera a Marsiglia, il ritorno nella RDT poco dopo la costruzione del Muro, la rinuncia ai suoi beni ereditari…»
Ironico e umoristico, commovente, Christoph Hein ci racconta una vita esemplare e senza precedenti percorrendo sessant’anni di storia tedesca, affrontando i temi più significativi della storia contemporanea tedesca: la scomoda eredità del passato e la rimozione delle colpe individuali, il trasformismo e il mimetismo sia degli ex nazisti sia degli ex dirigenti della RDT.
Il pittore fulminato, César Aira, Fazi 2018, 16.00 €, pp. 94, tr. Raul Schenardi
Johann Moritz Rugendas, noto pittore tedesco dell’Ottocento, compie un viaggio tra la regione andina e l’Argentina insieme a un altro pittore più giovane, il fidato amico Krause. I due paesaggisti cercano il volto nascosto della loro arte e sono catturati dall’ignota immensità, che palpita di mistero; si immergono nella ricchezza della natura, nella sua specificità, nella vivida diversità rispetto ai climi e agli ambienti del Vecchio Mondo. Sono entrambi alla mercé di un mondo tanto fiorente quanto violento: da un lato ci sono gli indios, con la loro ferocia primitiva e le loro scorribande imprevedibili, veri e propri tifoni umani che i due europei sognano di immortalare; dall’altro c’è un tempo atmosferico mutevole e spietato. Sarà proprio quest’ultimo, con uno scherzo crudele, a cambiare le sorti del viaggio e della vita
stessa del protagonista: un giorno, Rugendas viene colpito da un fulmine insieme al suo cavallo…
Così scrive di lui Roberto Bolaño nell’introduzione al volume: “Se c’è un autore contemporaneo che sfugge alle classificazioni, è César Aira, un argentino originario di una cittadina nella provincia di Buenos Aires chiamata Coronel Pringles, che suppongo sia un posto reale, sebbene potrebbe tranquillamente essere frutto dell’immaginazione del suo figlio più illustre, che ci ha donato ritratti di una lucidità superlativa della Madre (un mistero verbale) e del Padre (una certezza geometrica), e la cui rilevanza all’interno della letteratura ispanica contemporanea è paragonabile per complessità a quella di Macedonio Fernández all’inizo del ventesimo secolo”. Dunque uno dei più stimati scrittori sudamericani di oggi, paragonato a Calvino e Nabokov per il suo allegro gioco letterario, e un viaggio suggestivo attraverso la bellezza, l’arte e il lato grottesco della natura.
La splendente, Cesare Sinatti, Feltrinelli 2018, 16,50 €, pp. 240
“Non nascerà mortale più bello di lei” così profetizza Zeus, mutatosi nel cigno che feconda Leda; e così, con la nascita di Elena la Splendente, inizia questo romanzo che racchiude in sé tutto il cosiddetto “Ciclo Troiano”. Storie che arrivano da lontano, da teogonie e miti antichissimi, che cantano il destino comune di dei e uomini per narrare una parabola funesta e accecante: il passaggio dall’età dell’oro a quella del ferro, la fine del tempo degli eroi. Storie che si intrecciano proprio in virtù della bellezza di Elena, la più desiderata, la più contesa e imprendibile.
Ma Cesare Sinatti non si limita a riattualizzare i miti, allontana gli dei dal mondo degli uomini e attenua il loro controllo sui destini individuali, intrecciando con sapienza i modi dell’epica a quelli della tragedia (quella antica e quella moderna, da Euripide a Shakespeare), portando prepotentemente in scena l’umanità dei sentimenti e delle passioni dei protagonisti.
Tolti alla fissità del mito, Odisseo, Agamennone, Menelao, Achille e Patroclo, ma anche Epipola, Clitemnestra, Penelope, Palamede e molti altri ancora, emergono da queste pagine con estremo nitore, nutriti della sensibilità di un loro coetaneo di oggi.
Nei ventiquattro capitoli che compongono il romanzo – tanti quanti i libri dell’Iliade e dell’Odissea – Sinatti tesse le loro storie con passione e ricercatezza espressiva, passando dai toni lirici degli amori alla feroce vividezza delle battaglie cruente. Una scrittura di ricchezza sorprendente, una narrazione modernissima che parla la lingua del mito.