Rebecca libri

Non è la peggiore delle religioni

Il caso del romanziere François Taillandier

In Francia è divenuto un caso letterario e culturale forse difficilmente esportabile. Di sicuro, le lettere italiane sono restie ad accettare certe “confessioni” (come quella di Giorgio Montefoschi e del bellissimo romanzo “Il segreto dell’estrema felicità”, che da noi ha prodotto una modestissima rassegna stampa). Ci riferiamo al gallonato (nella più alta tradizione francese) François Taillandier e al libro-conversazione intitolato “Ce n’est pas la pire des religions” (“Non è la peggiore delle religioni”). Quello che accade in questi giorni a Taillandier è ripreso da “Avvenire” in un lungo articolo (“Parigi, il romanziere si converte”), disponibile al lettore in forma integrale nel link. Un assaggio: «Io preferisco sostituire la parola moderna ‘ l’altro’ con ‘il prossimo’. È un concetto più ricco. ‘L’altro’ è sufficiente rispettarlo. Il prossimo è qualcosa in più: è l’altro in quanto me stesso».

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