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Scoppia la guerra del libro tra “Saloni”.

Il Salone Internazionale del Libro di Torino chiede al tribunale di bloccare la manifestazione lombarda, prevista per il prossimo autunno

Una battaglia giudiziaria iniziata dal Salone Internazionale del Libro di Torino che chiede al tribunale di bloccare la manifestazione lombarda denunciando la contraffazione dei marchi e la concorrenza sleale da parte degli organizzatori milanesi. In una nota ufficiale Torino afferma che il giudice «ha dato ragione al Salone Internazionale del Libro di Torino nel ricorso contro Mjm Editore srl, colpevole di pubblicizzare una propria iniziativa usurpando marchi e notorietà del Salone torinese, e contraffacendone modulistica e sito internet». In realtà, non è esattamente così. La decisione, infatti, non è definitiva. Il 29 giugno scorso il tribunale ha sospeso l’ordinanza con cui il 30 maggio il giudice Paola Gandolfi aveva accolto il ricorso piemontese e ha fissato una nuova camera di consiglio per il prossimo 2 agosto. Intanto, la manifestazione milanese rischia di subire un grave contraccolpo, perché alcuni espositori – allarmati dalle dichiarazioni provenienti da Torino e ribadite in un’intervista che i promotori del Salone hanno rilasciato su un quotidiano nazionale – hanno pensato di disdire la propria partecipazione all’evento lombardo, temendo che venga cancellato.
Cos’è accaduto? Che la «Fondazione del libro di Torino» – partecipata dalla Regione, dalla Provincia e dal Comune – ha denunciato la società MJM editore per aver pubblicizzato una manifestazione sponsorizzata come «Fiera del libro di Milano» e «Salone Internazionale del Libro di Milano», in calendario tra il 26 e il 29 ottobre prossimi. Troppo simile – sostengono – al nome e ai marchi del «Salone Internazionale di Torino» registrati dalla Fondazione. Per questo, i legali della Fondazione piemontese hanno chiesto il sequestro di tutti i prodotti in cui viene promossa l’iniziativa milanese. Richiesta inizialmente accolta dal giudice, ma sospesa dopo il ricorso di MJM anche in ragione di una notifica tardiva. Nel merito, invece, i legali del Salone milanese ribattono che non ci sia stato alcun illecito. Primo, perché la Fondazione del Libro di Torino è una Onlus senza fini di lucro, mentre le norme sulla concorrenza si applicano «tra due o più imprenditori». Secondo, perché i marchi «non sono in alcun modo confondibili».

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