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Intervista a Marco Mari di Festina Lente Edizioni

Festina Lente Edizioni è una giovane casa editrice con sede a Ferrara che ha iniziato la propria attività a gennaio 2012.

Il nome Festina Lente prende spunto dal motto dell’imperatore Augusto che, con questo ossimoro, intendeva sottolineare come l’azione debba sempre essere pronta, ma, affinché sia efficace, deve essere affiancata da attenta riflessione, solo in questo modo sarà possibile cogliere destramente la pienezza del tempo e avere successo.

Questo motto è, quindi, diventato lo stile caratterizzante di questa attività editoriale.

 

INTERVISTA FESTINA LENTE EDIZIONI

 

L’aspetto più importante – e quasi obbligato – quando si incontra un editore, è collocarne il catalogo: linea editoriale, pubblico di riferimento, esperienze passate e ipotesi per l’immediato futuro. Come presenterebbe, per linee essenziali, la Vostra mission e la Vostra esperienza editoriale ai lettori di «Pensare i/n Libri»?

La linea editoriale della casa editrice si sviluppa, o meglio vorrebbe svilupparsi, lungo tre direttrici che ne delineano anche il programma: libri per sorridere, libri per conoscere, libri per vivere meglio.

Viviamo un particolare momento storico, attraversato da profonde inquietudini e tensioni, e l’aria che si respira è davvero molto pesante. In effetti lo spettacolo degli avvenimenti contemporanei, a giudicarlo con obiettività, più che di progresso sovente sembra suggerire l’idea di una grande confusione, confusione economica, confusione politica, confusione di valori, confusione di idee e di verità. Così l’idea di realizzare libri per sorridere in realtà non è stata un’intuizione, ma la constatazione di un’esigenza profonda oggi in gran parte disattesa dal mondo editoriale.

Di fronte alle tante difficoltà del vivere quotidiano anche la cultura deve fare la sua e non solo denunciando i problemi del vivere attraverso una produzione “drammatica”, ma anche fungendo da valvola di sfogo per abbassare il livello di stress quotidiano e l’umorismo, in tutto ciò, può essere di estremo aiuto. Fornire delle occasioni per sorridere significa infatti mettere a disposizione dei lettori vere e proprie pillole di benessere, offrire piccoli momenti di svago, quei classici dieci minuti in cui leggere qualcosa che faccia chiudere bene la giornata e possa allietare il riposo.

Non è un fuggire dalla realtà, tutt’altro, ma fornire degli strumenti per affrontarla in modo diverso, con maggiore consapevolezza e serenità. Ridere, ridere onestamente di molti dei tanti fatti e dei tanti attori che calcano questa immensa scena che è il mondo, può infatti aiutarci a scoprire la vanità della maggior parte dei nostri affanni, che altro non sono, visti sotto diversa luce, che semplici e inutili bagattelle. Così forse, anche grazie a un sorriso, sarà possibile agli uomini di buona volontà trovare il bandolo di questa ingarbugliata matassa che è il mondo.

La seconda e la terza direttrice, libri per conoscere e libri per vivere meglio, si rifanno invece all’idea del libro come strumento critico di riflessione e di diffusione di idee. Trovano qui spazio sia i saggi sia i romanzi a sfondo storico-sociale, con particolare attenzione al mondo del lavoro, dell’economia e alla politica.

Come casa editrice non c’è un pubblico di riferimento particolare per i nostri libri e, ambiziosamente, ci piacerebbe che anche i saggi, potessero essere per tutti. Detto ciò, è inutile negare che amiamo molto interagire con giovani e giovanissimi e che ci piace molto, quando è possibile, fare laboratori e altre attività nelle scuole o con le realtà associative che ci invitano, soprattutto per cercare di dimostrare come la lettura di un libro non sia solo “un fatto scolastico” ma un’attività proseguibile anche dopo la fine degli studi, perché leggere, oltre a essere un fatto formativo, è bello e può anche essere divertente.

 

Come si declina il nome della casa editrice nella vostra attività editoriale e nel panorama editoriale attuale? A quale “famiglia” culturale ritenete di collocarvi? Vi riconoscete in un filone definito?

Ogni casa editrice è frutto della storia personale di chi la anima e Festina Lente Edizioni in ciò non fa eccezione. Così, in un mondo che va sempre di fretta, che fa della velocità un imperativo categorico, Festina Lente Edizioni propone un modello slow, un’altra velocità, una velocità rallentata, per sorridere e assaporare la vita, anche attraverso un libro.

Quanto alla “famiglia” culturale, pur con spirito apertamente “laico”, per chi ci conosce bene non è un mistero né la tensione pedagogica né l’ispirazione cristiana che ci anima. Non si tratta di fare nuove crociate né di produrre libri di sola teologia, ma di lavorare in maniera discreta e attenta, senza sbandierare vessilli, affinché in ogni libro pubblicato, anche un semplice fumetto, i valori di riferimento, anche quando non apertamente declinati, non vengano mai disattesi.

In questo senso, ci sentiamo investiti di una precisa e ineludibile responsabilità sociale, ovvero che ogni nostro libro possa avere una valenza formativa ed essere portatore, nel suo piccolo, di valori positivi.

 

Nel 2022 avete spento la decima candelina. Pensando al percorso fatto in questi primi dieci anni di vita, che bilancio traete?

Molte cose sono cambiate in questi ultimi 10 anni, non ultimo il mercato del libro e ciò ci ha posto e ci pone continuamente di fronte a nuove sfide e alla necessità di interrogarci sulle nuove esigenze via via emergenti e su come portare il nostro contributo.

Fare libri significa comunicare, cercare di creare delle relazioni tra chi scrive e chi legge e, in quest’opera di mediazione, essere editori crediamo significhi anche porsi costantemente in ascolto, favorire situazioni di dialogo. Una casa editrice non vive senza autori e senza lettori, ha costantemente bisogno sia degli uni sia degli altri.

Così, al di là delle inevitabili difficoltà talvolta incontrate in questi anni, la cosa più bella, ciò che fa pendere l’ago della bilancia in positivo, è stata la possibilità di collaborare con tante persone, persone che ci hanno dato fiducia affidandoci le loro opere da pubblicare, persone che ci hanno sostenuto e ci sostengono leggendo e parlando bene dei nostri libri. A questo proposito un pensiero e un grande grazie a tutti gli insegnanti che ci hanno invitato nelle loro classi per parlare con i loro studenti, alle associazioni che ci hanno riservato un posticino ai loro eventi e ai tanti amici, alcuni neppure mai incontrati di persona, con cui quotidianamente ci confrontiamo telefonicamente.

 

Come nasce un libro Festina Lente? Avete editor interni o una rete di consulenti che vi segnalano i titoli oppure altro?

La domanda come nasce un libro di Festina Lente Edizioni presupporrebbe che si rispondesse a modo affermando che ogni titolo è frutto di un’accurata e preventiva indagine di marketing. Ma non è così. La gran parte dei libri nasce grazie a uno scambio reciproco di idee e di segnalazioni da parte degli amici della casa editrice. Con un meccanismo analogo, per passaparola, arrivano così anche i nuovi autori con i loro progetti. Il resto, tutto sommato, è abbastanza facile, non resta che valutare ogni idea pervenuta e, se economicamente sostenibile, costruire il percorso per condurla in porto.

 

Quali nuovi progetti editoriali in preparazione?

Le novità in cantiere sono molte sia per la saggistica, sia per la narrativa, sia per il fumetto. Insomma in pentola bollono molte cose, ma poiché, come recita la ragione sociale, ci piace affrettarci lentamente, per non vendere la pelle dell’orso prima del tempo, preferiamo non anticipare nulla invitando però tutti coloro che sono curiosi e volessero saperne di più a seguire Festina Lente Edizioni sulle pagine social o iscrivendosi alla newsletter.

 

Quante novità pubblicate ogni anno?

Ci sono le grandi case editrici, che sono delle vere proprie industrie culturali, capaci di sfornare un libro dopo l’altro con ritmi impressionanti, e poi, al polo opposto, ci sono le piccole case editrici, a cui piace coccolare i propri libri prima di pubblicarli, curandoli in maniera quasi artigianale. Festina Lente Edizioni appartiene a quest’ultima categoria e, proprio per questo, la nostra produzione annua si assesta indicativamente su 6-7 titoli.

 

L’editoria digitale da alcuni anni è una realtà sempre più significativa, tanto più in questo momento storico. Ritenete che possa dare un valore aggiunto al vostro modo di fare libri?

L’editoria è oggi in grande fermento e accanto al libro cartaceo prodotto in maniera tradizionale si sono sviluppati altri mercati, tra cui quelli dell’ebook e dell’audiolibro, due ulteriori e differenti strumenti a disposizione dell’editore per promuovere e diffondere i propri messaggi culturali e che solo in parte si sovrappongono. A seconda delle fasce d’età, della propensione o meno all’innovazione, del prezzo di vendita o delle modalità di utilizzo, il lettore ha la possibilità di scegliere il suo “formato” di libro.
Attualmente, almeno per quel che ci riguarda, questi nuovi mercati contribuiscono in maniera sostanzialmente marginale alla vita della casa editrice, ma è probabile che nei prossimi anni possano via via assumere un peso maggiore.
Vi è poi, nell’ambito dell’editoria digitale, il fenomeno del print on demand, che se da un lato sta innovando le modalità produttive e distributive che interessano l’intera filiera del libro cartaceo contribuendo a ridurre gli sprechi in termini di resi e macero, dall’altro ha tuttavia favorito l’espansione delle autoproduzioni (self publishing). Il self publishing ha certamente reso più facile per un autore vedere pubblicato il proprio libro, tuttavia, mancando il filtro qualitativo dell’editore, sta inflazionando il mercato immettendo titoli non di rado di scarsa qualità grafica e contenutistica, e il rischio è un effetto boomerang ovvero una serie di lettori delusi che si disaffezionano alla lettura di altri libri.

 

L’Italia è ormai da tempo molto in basso nelle classifiche della lettura in Europa. Quali ricette suggerireste e quali avete adottato per invertire la rotta e far risalire il gusto per la lettura, soprattutto nei giovani, a cui dedicate buona parte della vostra attività editoriale?

Leggere può essere divertente e formativo. Una persona che legge è una persona più ricca. Ma “l’allergia” al libro e alla lettura parte da lontano e le cause sono molteplici. 

Purtroppo, specie negli anni della scuola, la lettura di un libro è sovente vista dagli studenti come un obbligo, una pena. Anche perché, specie per i libri di narrativa consigliati come letture integrative, i docenti non sempre tengono conto delle esigenze e dei gusti dei loro studenti. Un lettore debole molto spesso è solo una persona che non è stata aiutata a scoprire il genere letterario che più gli si confà. C’è a chi piacciono i romanzi storici, chi le storie d’amore, chi i gialli, chi le saghe fantasy, chi la narrativa umoristica, nella proposta culturale si dovrebbe tenere conto di ciò. Il fumetto, per la sua combinazione testo-immagine, può essere un utile grimaldello per un primo approccio alla lettura e alla scoperta del genere letterario che si preferisce.

Anche noi editori abbiamo una nostra responsabilità in questa disaffezione alla lettura. Se la cultura è condivisione di idee, è importante che la produzione libraria, specie nella saggistica, pur senza banalizzare le tematiche trattate, si ponga l’obiettivo della comprensibilità del linguaggio, ovvero di cercare, per quel che possibile, di parlare a un pubblico ampio e non necessariamente di addetti ai lavori.
Per quanto ci riguarda, ci piace, quando ci invitano, collaborare con scuole, oratori e associazioni, per raccontare e dimostrare con dei laboratori, assieme ai nostri autori, come leggere può essere appagante e divertente.