Questo mese è necessario aprire (e offrire al lettore) una finestra sulle lettere e le domande rivolte a Gianfranco Venturi: “Quanto guadagno se vengo a catechismo?” è paradossale ma indicativa. Scrive Venturi: “Incomincio con un piccolo episodio. Per la preparazione di Estate Ragazzi ero riuscito a far venire Silvana Gandolfi, autrice di «L’isola del tempo perso». Nell’incontro con un gruppetto di ragazzine/i di 7/8 anni era stata presentata la storia per interessarli ai temi presenti nel racconto; mi aspettavo che alla fine venissero
fatte delle domande su di essi; invece, con sorpresa mia e anche
dell’autrice, un maschietto fece come prima domanda: «Quanto
guadagni a fare la scrittrice?». I temi che gli interessavano non
erano quelli del libro, ma quelli di cui a casa sentiva parlare, i «valori
» a cui si faceva riferimento continuo nel suo ambiente, quelli
del «mi piace», dell’avere (perora telefonini…).Qualcosa del genere avviene anche per il vangelo, per quello che tentiamo di comunicare nell’incontro catechistico: «Quanto mi fa guadagnare?»; «Mi fa divertire?
». Se non mi aiuta in questo, non vale niente”.

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