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Se il Covid-19 minaccia l’editoria

La rilevazione AIE sulla piccola e media editoria

L’Osservatorio AIE nella sua quarta rilevazione 2020 mostra le condizioni critiche nelle quali versa in particolare la piccola e media editoria, con una previsione di chiusura entro la fine dell’anno del 9% delle case editrici appartenenti a questa categoria; tra coloro che la ritengono probabile (21%) e altri che la temono (47%), solo il 23% la esclude.

Il Presidente AIE spiega che oltre all’impatto rilevante sull’occupazione si avrà un danno sul piano del pluralismo culturale: “quale che ne sia il volume delle vendite, la perdita di una voce costituisce sempre un impoverimento dell’offerta culturale, una ferita alla democrazia. Il governo e il parlamento devono fare tutto il possibile perché questo non accada”.

Tornando ai numeri, il taglio delle pubblicazioni dei piccoli e medi editori tra marzo aprile è stato del 35%, percentuale destinata ad aumentare nel bimestre successivo, con una previsione a fine anno di un -54% di tutta la produzione editoriale nazionale 2020.

Non è da meno il calo del fatturato: sebbene le vendite online e degli ebook in questo periodo siano aumentate, si è trattato di numeri non significativi (solo il 14% degli editori indicano un aumento nella vendita di ebook superiore al 40%; le vendite negli store online sono cresciute di oltre il 40% solo per il 2% degli editori e quelli sul sito della casa editrice di oltre il 40% solo per il 16%) e non hanno compensato il crollo di vendite complessive, con perdite di fatturato che vanno dal 30% fino al 70%.

Va da sé l’impatto grave sull’occupazione, tra riduzione delle giornate di lavoro (35% delle case editrici) e cassa integrazione (il 34% parzialmente, il 31% tutti), con una previsione di ripresa poco ottimistica.

La notizia completa sul sito di AIE.

 

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