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Il fascino del fantasy di J.R.R. Tolkien, la Dad e i giovani

di Lamberto Maria Amadei

Il fascino del fantasy di J.R.R. Tolkien, la Dad e i giovani

Il Signore degli Anelli ogni lunedì sera, ad alta voce, sul web

Frodo Baggins del Signore degli AnelliPerché rileggere Tolkien oggi? Perché rileggerlo per intero, pubblicamente, coinvolgendo giovani e giovanissimi, utilizzando le piattaforme web, come Zoom, Meet e Skype? Perché un libro fantastico, di oltre mille pagine, da rileggere la sera insieme agli studenti e agli ex studenti?
Perché non farlo, mi sono domandato, e perché non farlo subito.
Perché non rischiare, non osare, non investire con forza sulle nuove generazioni, tanto criticate, troppo spesso umiliate e quasi sempre non capite, soprattutto dopo l’ultimo anno passato?
Esperti di tutti i generi hanno parlato di loro, chiunque li ha analizzati e giudicati, riportando squallidi paragoni con il passato e con realtà lontane, ma pochi, pochissimi adulti, compresi professori e presidi, hanno provato a tracciare una possibile strada da fornire loro. Sono stati abbandonati dalla scuola e dalla società. E di questo fatto, gravissimo, dobbiamo prenderne atto e assumercene la responsabilità, se vogliamo provare a riguadagnare la loro fiducia.
Come fare e con quali mezzi riportare i ragazzi delle nostre scuole su un binario di equilibrio, è compito però del singolo professore, poiché non è un’operazione che si può pianificare a tavolino.
I ragazzi sono stanchi, spenti, amorfi e schiavi degli schermi. Lo ripetono tutti e lo ammettono loro stessi, ma apparentemente non esiste via d’uscita, poiché risulta essere l’unica direzione per la nostra società e di conseguenza per la nostra scuola.
Da umile professore di lettere di una scuola professionale di una città di provincia ho visto chiudersi l’ultimo libro e constatato la vittoria assoluta del mondo del web e degli schermi, per colpa o per merito, questo sta alla propria personale interpretazione, della Dad, la “famigerata” didattica a distanza.
Ma perché, ho pensato, non reagire e non rovesciare il problema e trasformarlo in un punto di forza, per riportare i giovani alla bellezza della semplicità, all’adrenalina dei grandi sogni e al sano timore del futuro? Perché non sfruttare le tanto citate piattaforme web, che hanno sì salvato la scuola in un momento drammatico, ma le hanno anche radicalmente cambiate e allontanate forse dai veri bisogni degli studenti della nostra epoca?

Perché non sfruttarle per riportare i giovani alla cultura vera e all’amore per essa?

Perché non credere che i giovani apatici, tristi e ignoranti, secondo il pensiero dominante, non possano sfruttare questo periodo e questi nuovi strumenti “magici”, per ritornare a leggere le vecchie storie, i classici di una volta, i romanzi di sempre, che tanto hanno regalato al mondo, giovanile soprattutto, se non altro per la possibilità, attraverso di essi, di evadere dalla realtà?
Poiché siamo diventati ormai schiavi degli schermi e poiché essi sono diventati parte della nostra vita, e non solo della vita privata ma anche pubblica, diventando indispensabili, non più solo per i momenti di svago ma anche per i momenti di lavoro e di istruzione, perché non sfruttarli e utilizzarli come mezzi e non solo come fini?
Zoom, Skype, Meet sembrano essere diventati i nuovi grandi colossi, figure quasi mitologiche, né buone né cattive, più buone dei vecchi presidi di una volta e più cattive dei professori di latino e greco di alcune generazioni fa, essi hanno letteralmente messo un cappio al mondo dell’educazione, già da anni in crisi di identità.

Il Signore degli Anelli

A tutte queste domande, che mi ronzavano per la testa da tanti, troppi mesi di questa pandemia e di didattica a distanza, mi sono risposto riprendendo dagli scaffali della mia libreria il pilastro fondante della mia formazione giovanile, il totem di Tolkien e, a mio avviso, di tutta la letteratura fantastica. Ho ripreso in mano Il Signore degli Anelli e, sfogliandolo, ho pensato ai giovani e in particolare ai miei studenti, che mi ricordano ogni giorno quanto le loro vite siano lontane anni luce dal mondo della letteratura, e soprattutto dalla letteratura d’evasione. Confessano essi, timidi ma sinceri, la loro incapacità ad affrontare, nemmeno per qualche esigua pagina, il sacrificio serale della lettura, vuoi per stanchezza mentale, vuoi per l’inspiegabile, a detta loro, perenne disattenzione.

Perché dunque non aiutarli, mi sono chiesto, e non rileggere assieme a loro il libro del fantastico per eccellenza, affinché possano unire il piacere della lettura alla gioia dell’avventura, e perché non sfruttare, per l’appunto, le già citate magiche piattaforme web per aprire la lettura a tutti i giovani, visto che i libri sono ormai praticamente abbandonati, per colpe forse non da imputare unicamente a loro?

La lettura del Signore degli Anelli mi è parsa la risposta più appropriata alle mie domande e una lettura ad alta voce, attraverso il web, mi è sembrato il mezzo più efficace per sopperire alle difficoltà odierne dei giovani, e una lettura ad alta voce serale, dopo le 21, nel momento più personale ed intimo di ciascun ragazzo, mi è parsa essere la soluzione più stimolante.

I ragazzi di oggi, i giovanissimi ma anche gli adolescenti, immusoniti ed eternamente polemici, le alunne e gli alunni di tutte le età, disillusi e spenti, criticati e sottovalutati dal mondo intero, hanno un bisogno estremo di conoscere, e forse anche di incontrare di persona la Compagnia dell’Anello, compagna di avventure di tante generazioni precedenti la loro. Hanno il diritto, forse anche il dovere, fosse solo per replicare al mondo degli adulti, sempre più in contrasto con il loro, di percorrere l’arduo cammino della giovinezza con Gandalf, Frodo e Sam, Merry e Pipino, Gimli e Legolas, Aragorn e Boromir.

Gandalf the Grey

Inutile spiegare per quale motivo i giovani di oggi abbiano bisogno di conoscere Gandalf, lo stregone. È lampante, è sotto l’occhio di tutti, adulti e giovani stessi. È la figura che manca di più, ed è perché oggi più che mai i giovani si sono smarriti. Affrontano inermi la loro solitudine giovanile e non hanno più maestri, adulti intelligenti che li guidino, figure sagge e autorevoli, degne di affetto e di reverenza. Non hanno nessuno a cui affidarsi ciecamente, nessuno che indichi loro la via, la strada da seguire per non cadere, o la strada per rialzarsi se si è caduti, la direzione corretta da seguire, nessuno che illumini loro il passo, con dolcezza ma anche con forza e decisione, nessuno da seguire lungo l’età della giovinezza con fiducia e speranza. Mancano sempre di più le figure paterne, mancano gli uomini saggi, mancano i “grandi” adulti che facciano gli adulti seri e si comportino da adulti veri verso i più piccoli. Oggi più che mai serve loro sicurezza, serve aiuto concreto e disinteressato, serve loro la luce della saggezza, dell’esperienza, della tradizione, e tutto questo può darlo Gandalf, lo stregone dalla barba grigia, con il suo bastone.

Frodo Baggings

Fondamentale è che poi conoscano Frodo. Un giovane come loro, un piccolo uomo come loro, fatto di debolezze e grandi slanci eroici, che li possa rendere consapevoli del loro valore, che faccia tirare fuori loro il coraggio di vivere con dignità, che suggerisca loro di rimanere sempre se stessi, anche nei momenti di difficoltà. Con Frodo possono ritrovare quella forza e quell’ardore che si sta spegnendo e quella voglia di vivere e di essere protagonisti del mondo, ognuno con i propri difetti, che a quell’età troppo spesso viene a mancare. Frodo può diventare il loro specchio e può mostrare che la croce che ognuno si porta addosso, soprattutto nella fase adolescenziale, fa parte della vita e ha un’importanza fondamentale per la crescita di tutti. Quel peso, quelle angosce, quei dubbi sono e devono diventare i punti di forza. Frodo può consolarli e spronarli a camminare, sempre a testa alta, sempre con il viso verso la luce del sole, sempre con gli occhi ricolmi di curiosità ed

onestà. Frodo è un adulto piccolo, che può aiutare i ragazzi di oggi a diventare piccoli adulti. I ragazzi si fideranno subito di Frodo, delle sue maniere gentili e della sua spontanea bonarietà, del suo costante ottimismo, punteggiato a volte da lacrime di malinconia e tristezza, che lo rendono però più umano e dunque simile a tutti i piccoli uomini che stanno vivendo la propria crescita, in un mondo spesso troppo grande e quindi forse troppo crudele.

Samwise

Non possono conoscere Frodo e la sua bontà senza conoscere anche Sam, ovviamente. Sam, il fratello inseparabile del suo padrone, compagno e amico fedele, alleato nelle gioie e nelle sconfitte della vita. I giovani di oggi troveranno in Sam un fratello buono, un amico sincero e leale e capiranno, attraverso le sue poche parole, quanto è importante nella vita di tutti giorni la genuinità e la semplicità dei piccoli gesti, tra amici e compagni di scuola. Sam insegnerà quanto è importante e sacra la fedeltà alla parola data e la fedeltà alla propria natura, mostrerà bonariamente quanto è bello, nella vita, credere in qualcuno in modo disinteressato, e mostrerà quanto poco conti invece l’arricchimento materiale, l’invidia, la gelosia, la prepotenza. Insegnerà il valore dell’onestà e della lealtà verso l’altro e verso se stessi. Insegnerà ai ragazzi di oggi, particolarmente disorientati, dove sta il bene e dove sta il male nella vita di tutti i giorni, nei comportamenti di tutti i giorni, nelle sfide quotidiane. Se seguito con garbo e umiltà, Sam può diventare la bussola per i nostri giovani che non sanno più come trovare un appiglio nel mare burrascoso della loro giovinezza. Su quanto Merry e Pipino possano insegnare ai nostri ragazzi ci sarebbe da scrivere un saggio intero. Dopo Frodo e Sam, bussole indispensabili per una vita equilibrata e sincera, Merry e Pipino possono diventare le luci fondamentali per raggiungere la direzione corretta. Insieme ai nostri ragazzi possono mostrarci che alla fine di tutto, tra pensieri e incertezze tipiche di quell’età critica, che è quella della giovinezza, tra turbamenti e amori tormentati, tra finte paure e inquietanti fobie, conta solo la bellezza della vita, così com’è. Non conta capire per quali motivi valga la pena vivere. Vale la pena vivere per la bellezza che quei due personaggi mostrano a tutti noi con i loro sorrisi e i loro gesti sciocchi e spesso fuori luogo. Merry e Pipino sono personaggi grandissimi perché appaiono costantemente minuscoli, e così appariranno anche agli occhi dei nostri giovani, che si credono già grandi, già più grandi sicuramente di loro, e che infatti criticheranno e prenderanno in giro per la loro stupidità e superficialità, tutto istinto e foga giovanile. I nostri studenti, che leggeranno delle imprese comiche dei due amici, impareranno a vivere con più tranquillità, inizieranno a prendere la vita con più serenità, capendo che il mondo è ricchissimo di sfaccettature, spesso nascoste ai più, e che è inutile cercare di dare una risposta a tutto. La vita rimane il più bel mistero del mondo e Merry e Pipino, con la loro amicizia, doneranno ai nostri giovani la chiave per entrarci e viverci al meglio.

Legolas

Legolas, l’aristocratico e silenzioso elfo dei boschi cosa può rivelare agli occhi spenti dei nostri studenti? Cosa può insegnare ai giovani di oggi se non il senso di sacralità della vita, di grazia misurata, di vitalità assoluta e di sincerità? Mai come oggi i ragazzi hanno bisogno di capire come ci si deve comportare, come ogni singolo gesto o parola faccia la persona stessa, come ogni singola offesa possa violare la natura dell’altro. Legolas insegna la grazia delle parole e dei gesti, prepara i giovani alla vita intima e collettiva, con consigli precisi e piccole accortezze. Insegna alla cautela, poiché ogni parola può diventare una freccia mortale per gli altri e ogni gesto il colpo letale. Legolas mostrerà loro la bellezza della semplicità della vita e la gioia del dono verso l’altro, aprirà i loro cuori alla serietà della vita e all’aspetto trascendente di essa. Farà alzare il naso verso il cielo, senza nessuna forzatura, ricordando a tutti che non siamo mai soli, che nessuno su questa terra è mai solo. Sposterà la dimensione orizzontale dei nostri giovani, i cui sguardi in realtà ormai vanno sempre più verso in basso, ad una dimensione verticale, che è venuta a mancare ormai da troppo tempo. Legolas sarà per loro l’esempio dell’essere, ma anche dell’apparire, dell’importanza del contenuto, ma anche della forma, in ogni singolo aspetto della vita. Insegnerà l’importanza della dignità, anche e soprattutto nella normale vita di tutti i giorni, e mostrerà quanto importante sarà rimanere distaccati, con grazia aristocratica, dal male e dal volgare del mondo.

Gimli

Possono imparare qualcosa anche da un nano, i nostri giovani? Possono imparare a vivere da un nano dal carattere piuttosto irascibile com’è quello di Gimli? Devono farlo, altrimenti nemmeno gli insegnamenti di Legolas avrebbero un senso. Devono imparare da Gimli la bellezza della forza, della forza di volontà, della forza di saper difendere qualcuno o qualcosa, della forza di saper combattere contro le avversità del destino. Possono apprendere, anche dalla sua genuina arroganza, che a volte non è affatto sbagliato mettere in mostra gli aspetti più istintivi e irrazionali della natura umana, ancor più quelli della propria fase giovanile. Tutti sbagliano, ma l’importante è lottare, sempre. Gimli può essere fondamentale negli anni incerti della crescita, anni in cui servirebbe più caparbietà e più tenacia, più genuinità e testardaggine, rispetto al silenzio assenso delle masse giovanili, in balia di un mondo sempre più staccato dal loro.

Chi rimane della Compagnia dell’Anello, dopo Hobbit, Elfi e Nani? Possono uomini normali, come tutti noi, insegnare ancora qualcosa ai nostri figli? Imparare da uomini normali, semplici, ma da uomini grandi, giganti, è più prezioso che mai, oggi. Aragorn e Boromir non sono uomini qualunque ovviamente, sono uomini veri, forti nella loro natura, sono aquile in mezzo a stormi di gabbiani, sono grandi uomini che compiono grandi imprese. Oggi i giovani hanno l’assoluto bisogno di vedere grandi gesti e slanci di eroismo, nel quotidiano, negli angoli più reconditi della loro immaginazione. Oggi serve il grande esempio, silenzioso ma deciso di uomini che non hanno paura di provare a cambiare il mondo.

Boromir, essenziale nella sua fragile umanità, farà credere ai nostri ragazzi che non tutto è facile da raggiungere, come si vorrebbe, che non tutto è bianco o nero, buono o cattivo, e che il rischio di cadere è sempre dietro l’angolo. I giovani troveranno in Boromir un fratello maggiore, fragile come porcellana, ma forte come il diamante, che mostrerà loro la strada giusta, che li spronerà a rialzarsi sempre dopo ogni caduta e a non far caso alle proprie contraddizioni interiori, ai propri dubbi e fragilità. Boromir con la sua caduta regalerà ancor più forza ai suoi giovani lettori. Con il suo tormento li aiuterà a rimanere con i piedi per terra. Con la sua paura spingerà ogni ragazzo a mettersi il proprio zaino sulle spalle e ad andare avanti, contro tutto e tutti.
In ultimo rimane Aragorn, o nomen omen GranPasso, il grande re di Gondor, figura mastodontica del mondo della Terra di mezzo, uomo e leggenda insieme, guida insostituibile per tutta la Compagnia, integerrimo cavaliere al servizio del Bene. Qualsiasi ragazzo troverà in lui un padre adottivo, irreprensibile e comprensivo insieme, che lo accompagnerà per mano verso la salvezza finale, verso quella vita che fa sempre tanta paura. Si instaurerà un rapporto particolare tra il giovane lettore e il grande re, un legame di affetto ma anche di grande affinità e di grande devozione. Aragorn potrà portarsi a spalla folle oceaniche di ragazzini, smarriti e timorosi, li porterà di peso, mostrando loro i segreti della generosità e dell’obbedienza, facendoli combattere contro le grinfie del male a testa alta, illuminandoli di umiltà e di fratellanza, insegnando sempre a tutti di non dimenticare mai il proprio onore dietro lo schermo ingannevole dell’omologazione.
Questo ed altro possono trovare i nostri cari giovani di oggi tra le pagine del libro di Tolkien, e molto altro… Un libro dunque per salvarli tutti…
Io di soppiatto, molto timidamente, ho lanciato la chiamata a raccolta, ho suonato il corno di Gondor per vedere se qualcuno sarebbe arrivato in soccorso, tra tutti questi giovani annoiati, impigriti e privi di curiosità. Qualcuno ha risposto?

Al contrario di quello che avrebbero detto i tuttologi di turno, la risposta c’è stata e di grande qualità, e ogni lunedì sera decine di adolescenti si sono collegati a Meet per seguire la lettura ad alta voce del Signore degli Anelli.

Dopo giornate intere trascorse davanti agli schermi per seguire le lezioni a distanza, molti ragazzi hanno riacceso il computer e una sera a settimana si sono messi a seguire tutti insieme il capolavoro di Tokien.
I giovani ci sono, eccome, e sognano ancora in grande, ed è per questo che dedico queste righe a quei ragazzi che, partendo dalla lettura di un libro in un modo alquanto particolare, con la loro tenacia e determinazione, tengono ancora in mano le sorti del mondo.

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